Una indagine condotta dagli scienziati del Wildlife Conservation Society (WCS), e sostenuto dalla US Agency for International Development (USAID), e pubblicata sul Sciencie Daily, rivela come i grandi mammiferi Afghanistan, tra cui orsi bruni asiatici, lupi grigi, capre del Markhor, leopardi e gatti selvatici siano sopravvissuti in parti del paese dopo anni di conflitto.

 

Il team di ricerca ha utilizzato telecamere nascoste e analisi del DNA per identificare la presenza di fauna selvatica nella tormentata provincia orientale di Nuristan, in seguito al dopo il conflitto armato che si protrae ormai dal 1977. Le indagini, condotte tra il 2006 e il 2009, coprono una superficie di 1.100 chilometri quadrati, e hanno confermato la presenza di numerose specie importanti tra le foreste montane latifoglie e conifere. Tra queste, l'avvistamento dello zibetto palma comune in Afghanistan. I risultati specchio studi in altre parti dell'Afghanistan indicando che la fauna selvatica continua a sopravvivere nonostante la deforestazione, il degrado dell'habitat, e decenni con l'assenza di stato di diritto. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Oryx.

"Il lavoro avviato in Afghanistan dalla Wildlife Conservation Society, dell'USAID, garantisce la protezione della fauna selvatica ed apporta benefici di lungo termine sulle comunità locali - spiega Steven Sanderson, del WCS. "Le indagini confermano la presenza nella zona di specie di importanza globale, nonostante le indicazioni della perdita di habitat e la caccia incontrollata. Questo dimostra la necessità di programmi di conservazione mirati a proteggere le risorse forestali, tra cui la fauna selvatica, e che forniscono mezzi di sostentamento per le comunità locali, nella gestione sostenibile delle risorse naturali".

Il WCS è presente in Afghanistan dal 2006 e continua ad essere la sola conservazione delle ONG che operano lì.

 

 

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