Una tigre di Sumatra ha sbranato ieri due taglialegna illegali in Indonesia occidentale. Le vittime sono state attaccate mentre dormivano accanto ad una catasta di legname rubato in una foresta protetta dell'isola di Sumatra, ha riferito Didy Wurdjanto, funzionario dell'agenzia di ambientale dello Stato. Se è difficile dire chi sia la vera vittima di questi incidenti (la tigre di Sumatra rischia di essere il primo grande mammifero estinto del ventunesimo secolo) uno studio sul campo indica il diretto responsabile: l'industria della carta.
Secondo il team investigativo condotto da Eyes on the Forest, la maggior parte degli incidenti degli  ultimi 12 anni si è verificata nelle aree in cui opera il gigante della carta Asia Pulp & Paper (APP) o delle imprese ad essa associate. Dal 1997 nella provincia di Riau (Sumatra orientale) 55 persone e 15 tigri sono state uccise, e altre 17 tigri catturate e vendute. Su un totale di 245 incidenti tra umani e tigri, il 60 per cento (147 incidenti) si sono verificati nelle aree in cui la APP e la sua consociata SMG radevano al suolo ampi tratti di foresta, stanando tutta la fauna che vi abitava.  In questi incidenti hanno perso la ita 27 persone e sono state uccise 8 tigri.
 
La tigre di Sumatra è infatti la sottospecie di tigre più a rischio di estinzione del mondo, e vive unicamente a Sumatra, la grande isola dell'Indonesia occidentale. È diffusa ovunque, dalle foreste di pianura a quelle di montagna, e si trova anche in diverse aree non protette. Ma anche i parchi nazionali sono assediati dal taglio illegale. Solamente 400 esemplari vivono nelle riserve e nei parchi nazionali e le restanti, circa 250, sono diffuse in aree che stanno andando perse a causa dell'agricoltura. Le riserve inoltre non sono sicure, poiché, nonostante gli sforzi di conservazione, molte tigri vengono uccise dai bracconieri ogni anno. La stessa insolita aggressività della tigre verso gli umani è interpretata dagli scienziati come un segno evidente di crisi. Gli ultimi ruggiti nella foresta.

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