All'ingresso del porto di Genova, tre gommoni di Greenpeace hanno affiancato la nave Bunga Melati, che traposta un carico di biodiesel fabbricato con l'olio di palma. L'estensione delle piantagioni di palma da olio è uno dei principali fattori della distruzione delle foreste torbiere indonesiane. Il carico di biodiesel appartiene alla multinazionale Wilmar ed è destinato all’azienda italiana produttrice di biodiesel Oxem s.p.a. La Wilmar è il principale produttore di biodiesel. Un ristretto gruppo di imprese – tra cui Wilmar - controlla il mercato globale dell’olio di palma, materia prima per la produzione di beni di consumo - saponi, cioccolata, carta e persino biodiesel - sta distruggendo le ultime foreste torbiere indonesiane, decimando gli ultimi oranghi e intossicando il clima del pianeta.
Travestiti da oranghi, gli attivisti hanno fissato con dei magneti sulla fiancata della nave uno striscione con la scritta:"Taglia la CO2, non le foreste".

Numerosi rapporti di Greenpeace e Friends of the Earth hanno denunciato gli impatti devastanti delle concessioni irregolari della Wilmar su aree di foresta pluviale e segnalato le sue irresponsabili pratiche incendiarie.

"Bruciare le foreste per produrre la cosiddetta "benzina verde" non può essere la soluzione per combattere i cambiamenti climatici. Ad accelerare questo processo, anche la legge europea che prevede, entro il 2020, la sostituzione del 10% del totale dei consumi di carburante con biodiesel" sostiene il comunicato di Greenpeace.

Le associazioni ambientaliste richiedono un'immediata moratoria sulla conversione delle foreste torbiere in piantagioni industriali di palma da olio. Tutte le aziende che non la sosterranno saranno direttamente responsabili del più grave dei crimini ambientali.

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