Un processo esemplare, quello dell'Aia, che vede la Shell citata in giudizio dalle popolazioni del Delta del Niger: Goi-Ogoni, Ikot Ada Udo e Oruma, assieme all'associazione olandese Milieudefensie (Friends of the Earth Olanda). E' la prima volta che la Shell è citata in giudizio in Olanda per crimini commessi all'estero.

A citare in giudizio la Shell, sia in Nigeria che in Olanda, sono quattro contadini e pescatori nigeriani, il cui ambiente è stato distrutto dagli sversi di petrolio degli oleodotti della Shell, chiedono ora che sia loro pagata la giusta compensazione per i danni subiti. Richiedono inoltre che la Shell avvii una completa operazione di bonifica.


La Shell respinge ogni responsabilità, ma evidentemente ha qualche ragione di temere il processo, dato che i suoi avvocati sostengono che la corte olandese non abbia alcuna giurisdizione sulle attività della propria sussidiaria nigeriana. Il primo verdetto riguarderà quindi la giudicabilità della Shell di fronte a una corte olandese, ma la Shell non accetta neppure questo procedimento.

"La Shell profitti milionari. Allo stesso tempo non rispetta la legge, inquina l'ambiente e impoverisce contadini e pescatori distruggendo i loro campi e i loro fiumi - commenta Geert Ritsema di Milieudefensie - E' davvero triste che un'impresa di queste dimensioni si abbassi ad acrobazie giuridiche per evitere di assumere le proprie responsabilità". Secondo l'associazione, il danno ambientale non sarebbe frutto di semplici incidenti, ma segue uno schema di sistematico inquinamento ai danni dei diritti delle popolazioni locali, che si è protratto per anni.

"Questa gente ha chiesto più volte alla Shell di bonificare i siti inquinati, ma non hanno ottenuto nulla - spiega Chima Williams, dell'associazione nigeriana Environmental Rights Action - questa causa legale in Olanda è la loro ultima risorsa.

 

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