La pratica di bruciare il gas in torce (gas flaring) è più diffusa in Nigeria che in ogni altra parte del mondo. Secondo l'istituto statistico Cadigaz, la Nigeria è stata responsabile nel 2001 del 19,79% di tutte le torce di gas accese nei pozzi petroliferi in tutto il mondo (Il secondo e terzo posto sono rispettivamente occupati dall'Iran e dall'Indonesia). Nel 2004 stime dell'UNDP e della Banca Mondiale valutavano in circa 70 milioni di metri cubi il gas bruciato ogni giorno, con una produzione di 70 milioni di tonnellate di CO2(1) Questa cifra fa della Nigeria un emettitore di biossido di carbonio maggiore di alcuni paesi sviluppati quali il Portogallo, la Svizzera, la Svezia e la Norvegia (2).
Le fiamme, secondo la Banca Mondiale (3), causano emissioni di gas serra maggiori di quante ne produca tutta l’Africa sub-Sahariana" e rilasciano un micidiale cocktail di tossine, che minaccia la salute, i beni e i mezzi di sussistenza delle comunità locali, esponendo i residenti del delta del Niger a varie malattie respiratorie, dalle patologie infantili all’asma, fino al cancro. Si producono, inoltre, piogge acide. Sempre secondo la Banca Mondiale, nel solo stato di Bayelsa ogni anno il gas flaring causa 49 morti precoci, 120 attacchi d'asma e quasi 5000 altre patologie.
Questa forzata esposizione ad un grave inquinamento viola le garanzie costituzionali dei cittadini nigeriani (diritto alla vita art, 33, alla dignità art. 34). Viola anche la Carta Africana sui diritti mani e i diritti dei popoli, dove si sancisce il diritto di ciascun individuo al miglior possibile stato di salute
fisica e mentale (art 16) e il diritto dei popoli a vivere in un ambiente che ne favorisca lo sviluppo (art.24).
Lo spreco di gas causato dalla pratica del gas flaring equivale al 40% di tutto il consumo di gas naturale in Africa (2001), e la perdita finanziaria per la Nigeria è di circa 2,5 miliardi di dollari (4).
Allo stesso tempo gran parte della popolazione nigeriana vive oggi con meno di un dollaro al giorno Il reddito pro capite annuo è sceso da 370 dollari del 1985 a 320 (5).
Si iniziò a bruciare il gas in torce agli albori dell’industria petrolifera. La pratica è però continuata, fino a raggiungere livelli record, da parte di imprese come Shell, Esso-Mobil, ChevronTexaco, Agip e TotalFinaElf, impegnate in joint venture con la nigeriana National Petroleum Corporation - NNPC.
Secondo la legislazione ambientale vigente in Nigeria, il gas flaring è proibito dal 1° gennaio 1984, a meno di espressa e circostanziata deroga ministeriale. Tale deroga, sulla base di una legge del 1979 (Associarted Gas Reinjection Act) si doveva basare su prove accertate che l’utilizzo del gas non era possibile in un determinato sito. In tal caso il Ministro poteva chiedere alle imprese di pagare una cifra in compensazione. La nuova legge dell' '84 ha aggiunto requisiti ancora più stringenti.
Però il gas continua a bruciare, malgrado tutti a parole convengano che ciò dovrebbe cessare. Il Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo e le principali imprese petrolifere avevano convenuto su una data di cessazione, peraltro non obbligatoria, del 2008, ma le iniziative da intraprendere per arrivarci tardano. Con una produzione petrolifera in costante aumento, 2,5 milioni di barili nel 2004 che dovrebbero diventare 4 milioni al 2010, è difficile credere che non si continuerà a dare alle fiamme il gas prodotto in parallelo.
Gli Amici della Terra aggiungono alla propria iniziativa giudiziaria la richiesta dell'immediata cessazione della combustione del gas in torce, delle nuove esplorazioni petrolifere e dell’apertura di nuovi pozzi, finché non saranno stati costruiti impianti per l’utilizzo di tutto il gas prodotto insieme al petrolio.
(1) Strategic gas planning for Nigeria. UNDP/WB-ESMAP, febbraio 2004)
(2) Indicatori del World Resources Institute: http//cait.wri.org
(3) Memorandum del Presidente dell'International Development Association and the
International Finance Corporation ai Direttori Esecutivi sull'aggiornamento della strategia
per la Repubblica Federale di Nigeria 13, 2, 2002, Rapp. No. 23633-UNI, para 15
(4) Strategic gas planning for Nigeria. UNDP/WB-ESMAP, febbraio 2004)
(5) World Bank Nigeria Country Briefing, Aprile 2005. Cfr
Il rapporto di Friends of the Earth: Gas flaring in Nigeria
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