Intorno alle risorse si consumano conflitti sanguinosi e spietati. Legno,
diamanti, petrolio, minerali diventano spesso oggetto di combattimenti e
carburante di nuove guerre. Risultato: ecosistemi unici distrutti per
sempre, paesi ridotti ad uno stato di miseria endemica, e decine di migliaia
di civili uccisi, stuprati, mutilati o ridotti in schiavitù. La guerra
finanziata in Sierra Leone con il traffico di legno e diamanti, per esempio,
sta portando alla distruzione delle ultime foreste tropicali dell'Africa
Occidentale, mentre con questa distruzione finanzia milizie sanguinarie e
arruolamenti di bambini-soldato.

13 febbraio 2002 - Greenpeace ha recentemente denunciato il caso dell'importazione in Italia di
tronchi di una compagnia del legno direttamente legata al traffico di armi,
la OTC (Oriental Timber Company).
Come indicato da un rapporto del comitato degli esperti del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU, la OTC svolge un ruolo essenziale nella guerra civile in
Sierra, fornendo strutture e mezzi per il traffico di armi. Le strade aperte
e mantenute per l'estrazione del legno, vengono utilizzate per i movimenti
di armi verso la Sierra Leone. Gli autocarri impiegati per il trasporto del
legno vengono usati anche per trasportare armi. La milizia della compagnia
è stata inoltre accusata da più parti di avere propri campi di
detenzione.

L'acquisto di legname liberiano dovrebbe essere assolutamente evitato, in
seguito alle accuse da parte degli esperti del Consiglio di Sicurezza
dell'ONU.

La Liberia ospita l'ultima grande area di foreste pluviali dell'Africa
Occidentale. Nella maggior parte dei paesi dell'Africa Occidentale (Costa
d'Avorio, Ghana e Nigeria) le foreste che si estendevano dalla costa
all'interno, sono state devastate. La Liberia è l'unico paese nella regione
ancora dotato di una considerevole estensione di foreste. Si tratta di un
ecosistema prezioso, con una forte componente endemica e ricco di specie
che richiedono protezione, come la mangosta liberiana e l'ippopotamo pigmeo.

Proprio quando si faceva più forte il coinvolgimento del settore del legno
con il traffico di armi e con la guerra civile in Sierra Leone, l'Italia
moltiplicava per 25 volte le proprie importazioni di tronchi da questo
paese. La Liberia è diventata così il secondo paese esportatore di tronchi
verso l'Italia (dopo il Camerun), con 48.100 m3 di tronchi tra gennaio e
giugno del 2000 , e si segnala una continua crescita delle importazioni di
tronchi anche nel 2001.
La crescita del consumo di Azobè (Lophira alata) ha visto negli ultimi anni
una costante crescita. Ma tale legno proviene dalla distruzione delle
foreste dell'Africa occidentale e centrale.

Per quanto possa sembrare incredibile, continua ad essere acquistato legno
illegale, o proveniente da pratiche distruttive. Il fatto che imprese a
capitale pubblico si riforniscano da produttori che importano tronchi della
OTC, il cui commercio finanzia direttamente la guerra in Africa occidentale,
rende evidente l'urgenza dell'adozione di una chiara politica dei
rifornimenti da parte del governo e delle imprese.

E' per questo che Greenpeace ha raccolto la proposta di Amnesty
International per una campagna sulle risorse compatibili., assieme ad altre
Organizzazioni Non Governative come Azione Aiuto, Banca Popolare Etica,
Legambiente, Mani Tese e WWF.
Quasi mezzo milione di cartoline, appelli singoli e collettivi indirizzati
al governo italiano, sono stati predisposti per raccogliere le adesioni alla
campagna. I rappresentanti di Azione Aiuto, Banca Popolare Etica,
Greenpeace, Legambiente, Mani Tese, WWF e Amnesty International,
consegneranno queste adesioni ad esponenti del governo. I gruppi locali
delle organizzazioni saranno inoltre impegnati in visite, contatti
epistolari, fax, e-mail, nei confronti di rappresentanti della industria e
del commercio, per chiedere un impegno anche da parte degli operatori
economici del settore verso la trasparenza, nel loro stesso interesse.

E' indispensabile che l'Italia adegui la sua legislazione a quella
internazionale che verrà  approvata durante la prossima Assemblea generale
dell'ONU e - ci auguriamo- resa obbligatoria dal Consiglio di Sicurezza.
Greenpeace, Amnesty International, Azione Aiuto, Banca Popolare Etica,
Legambiente, Mani Tese, WWF, chiedono al Governo italiano di appoggiare -
tramite la delegazione all'ONU- la decisione di un efficace sistema di
controllo e di introdurre quanto prima severe regole anche in Italia.

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