Parola di scienziati: l'alternativa non è tra la fame e la deforestazione. Infatti non sono i contadini poveri a minacciare le foreste, ma le grandi multinazionali in cerca di facili profitti. Lo annuncia un rapporto scientifico, sfatando uno dei miti degli ultimi decenni. La deforestazione è una delle principali cause del cambiamento climatico. E vale tanto per la deforestazione vera e propria, l'abbattimento di tutti gli alberi, che per il degrado, che mantiene il manto forestale, ma provoca rilascio di carbonio. Per questo è cruciale capire le cause della deforestazione. Uno studio pubblicato dalla Union of Concerned Scientists, spiega come i fattori trainanti della deforestazione sono radicalmente mutati nel ventunesimo secolo.

Per molti anni, la deforestazione tropicale è stata attribuita alla crescita della popolazione: all'espansione dell'agricoltura di sussistenza ai danni della foresta e alla raccolta di legna da ardere. Ma molti recenti studi scientifici dimostrano come i principali fattori trainainti della deforestazione tropicale siano  le grandi imprese del legno, della carta e dell'agri-business, che da sole sarebbero responsabili di circa il 15 per cento di inquinamento del riscaldamento globale in tutto il mondo.

Le cause della deforestazione differiscono da regione a regione: soia e bestiame sono cruciali in Sud America, mentre legno, carta e olio di palma sono più importanti nel Sud-est asiatico.

Ecco alcuni dei fattori più importanti:

Soia: Negli ultimi due decenni la coltivazione di soia in Amazzonia ha subito una profonda trasformazione. In pochi anni, è cresciuta fino a diventare uno delle cause principali della deforestazione amazzonica, ma una moratoria volontaria sulla recente espansione della soia nelle foreste in Brasile, sta mitigando questo fattore.

Bovini e pascoli: utilizzo di bestiame per produrre cibo carne richiede grandi quantità di terreno per produrre quantità relativamente piccole di cibo. Da quando gli allevatori hanno abbattuto le foreste per farne pascoli, il bestiame e i loro pascoli sono divenuti un importante motore della deforestazione in Sud America.

Legno e carta: Il mercato globale dei prodotti in legno e legno crea pressione sui paesi tropicali per distruggere le loro foreste e produrre legname e cellulosa a basso costo. Questa domanda ha incrementato la pressione sulle foreste tropicali ed è una delle principali cause della deforestazione. Se la domanda di mobili, carta, materiali da costruzione, e altri prodotti in legno continuerà ad aumentare, le foreste tropicali primarie saranno probabilmente destinate all'abbattimento.

Olio di palma: produzione di olio di palma raddoppiata nel giro di dieci anni, e continua a crescere, dominando il mercato globale per olio vegetale. La maggior parte dell'olio di palma è prodotto in grandi piantagioni industriali, la cui espansione ha distrutto grandi aree di foresta pluviale in Indonesia e Malesia. L'area delle piantagioni di olio di palma nel Sud-est asiatico è triplicato in appena un decennio.

La domanda di questi prodotti è globale e proviene principalmente nelle aree urbane.
Le recenti iniziative per affrontare alcune delle cause della deforestazione, come la pressione per cambiare l'industria della soia in Brasile, si sono rivelate un successo, mostrando come la deforestazione possa essere rallentato e fermato anche nei prossimi decenni.

Per fermare la deforestazione è necessario contenere la crescita della domanda di materie prime che la provocano. Sarà quindi necessario aumentare la produttività dei terreni già in uso e dirigere l'espansione dell'agricoltura verso aree già degradate, piuttosto che verso le foreste. La diffusione della produzione di biocarburanti, il che minaccia di creare una domanda di deforestazione non legata al cibo, potrebbe creare nuove e più forti pressioni sulle foreste tropicali. Ma se i recenti successi saranno replicati e diffusi in altri paesi tropicali, si può immaginare la fine della deforestazione nei prossimi decenni. Si tratterebbe di un successo di portata storica.

 

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