Roma, 23 settembre 2008 - Il 23 settembre è il giorno nero dell'anno. Eppure non è successo nulla, ma il problema in fondo è proprio questo: business as usual. Da oggi i conti del pianeta terra sono in rosso: la popolazione umana consuma più risorse di quelle che la natura riesce a fornire. 
Il Global Footprint Network, il centro studi che calcola l'impronta ecologica, avverte che a partire da oggi ogni consumo del genere umano è a spese di chi verrà dopo, è un vero e proprio furto ai danni dei nostri figli e nipoti. 

Per secoli l'umanità si è sviluppata in una natura che sembrava infinita. Lo sviluppo stesso sembrava non avere confini. Oggi questi confini li abbiamo raggiunti e sfondati.

Nel 1961 bastava mezzo pianeta a soddisfare i consumi crescenti. Nel1986,  sarà forse ricordato dagli storici come  l'anno della disgrazia nera, l'inizio del declino. Perchè è stato il piunto in cui l'umanità ha iniziato a consumare più di quanto la terra produce. Era solo l'inizio, e il giorno del "sorpasso" era proprio il 31 dicembre. Dieci anni dopo i piatti della bilancia si erano già spostati, e nel 1995 il giorno del sorpasso era  già il 21 novembre. Altri dieci anni, e nel 2005 l'Earth Overshoot Day era già il 2 ottobre. Quest'anno siamo al 23 settembre.
Il consumo di legname, fibre, energia, animali e piante è completamente negativo nell'ultimo quarto dell'anno. Secondo le Nazioni Unite, il 2050 il giorno del sorpasso cadrà il 1 luglio. Insomma, avremmo bisogno di un secondo pianeta a disposizione. Ma dove trovarlo? 

Nell'attesa, l'unico mopo è ridurre drasticamente i consumi, o saremo ricordati ricordati dalle prossime generazioni come autentici ladri. Sempre se ci saranno, nuove generazioni.
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