Con la deforestazione in aumento dopo anni di declino , perché stanno senatori brasiliani cercando di rendere più facile distruggere l'Amazzonia per crescere canna da zucchero?  Era dal 2009 che il governo brasiliano aveva vietato la coltivazione della canna da zucchero in Amazzonia. Ma la commissione del Senato per la scienza e l’innovazione ha approvato un nuovo regolamento con lo scopo di estendere le piantagioni di canna da zucchero al boma amazzonico. Un segno evidente del crescente peso della potente lobby agraria brasiliana, ma anche un grosso punto interrogativo sul futuro dell’Amazzonia.

Lo zucchero infatti sta diventando una commodity sempre più strategica, dato che è materia prima per la produzione di biodiesel. L’anno scorso la lobby agraria era già riuscita a cambiare il codice forestale - malgrado la forte opposizione dell’opinione pubblica brasiliana - eliminando numerose norme che proteggevano la foresta pluviale dalla distruzione. Il prossimo passo, già annunciato, sarà l’occupazione delle terre indigene.

Con queste premesse non c’è da stupirsi se la deforestazione in Amazzinia sia tornata a impennare dopo anni di declino, aumentando in un solo anno del 28 per cento.

I terreni coltivabili per la canna da zucchero in Brasile non mancano, senza bisogno di distruggere le foreste. Ma la lobby agraria non vuole restrizioni: molti latifondisti hanno acquistato a basso prezzo ampi tratti di foresta quando era in piedi i divieti le norme di protezione, e ora premono per sfruttare i terreni, con grossi margini di lucro. E così pianificano la svendita della più preziosa foresta del pianeta.

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