Il 26 luglio ricorre la giornata delle mangrovie. Il Mangrove Action Project (MAP) è attivo dal 1992 per proteggere questi ecosistemi e fermare la distruzione delle paludi costiere. Le foreste di mangrovie sono insidiate dalle miniere di carbone, dai pozzi petroliferi, dall'espansione del turismo, dalla creazione di spiagge attrezzate e campi da golf. La minaccia maggiore però è rappresentata dall'allevamento industriale di gamberoni. Questi allevamenti sono installati nelle aree costiere rimuovendo le foreste di mangrovie. Ma dopo pochi anni il sito è così inquinato dagli escrementi dei gamberi e dai composti chimici impiegati, da essere inutilizzabile per decenni, e l'allevamento deve essere rilocato eliminando una nuova porzione di foresta.


Oggi si contano in tutto il mondo oltre 250.000 ettari di allevamenti abbandonati, e un milione di ettari di paludi costiere, tra cui numerose foreste di mangrovie, sono stati devastati dall'industria del gambero. Più della metà della fascia costiera a mangrovie è stata del tutto distrutta: degli originari 36 milioni di ettari di foresta di mangrovia, ne restano appena 150.000, e anche questi sono assediati dall'avanzata industriale.
Le mangrovie svolgono un ruolo essenziale nella biodiversità costiera.

Tra le loro radici depongono le uova numerose specie di pesci e gamberi, e molte specie vi passano la fase giovanile. Per lo stesso motivo, le mangrovie sono una tappa essenziale per molte specie di uccelli migratori. Allo stesso tempo le mangrovie rappresentando uno scudo naturale in caso di cicloni, maremoti o onde anomale: le aree protette dalle mangrovie hanno sofferto molti meno danni nel corso dello tsunami che ha colpito le coste dell'Oceano Indiano nel 2004. Il loro intrico di radici previene l'erosione del suolo nella fascia costiera, purifica l'acqua che cola verso il mare, e al tempo stesso evita l'immissione in mare aperto di sedimenti che uccidono le praterie marine e la barriera corallina. Non da ultimo, le mangrovie prevengono l'effetto serra, sequestrando grandi quantità di carbonio, non solo nella biomassa vivente, ma anche nel suolo al di sotto del pelo dell'acqua. Quando le mangovie sono abbattute il carbonio viene disperso e finisce col tornare in superficie, dove si ossida a contatto dell'aria, e ritorna in atmosfera.


Il Mangrove Action Project è nato da una coalizione di pescatori e ambientalisti sudamericani e quindi esteso a tutta la fascia tropicale. La data del 26 luglio, il Mangrove Action Day, ricorda Hayhow Daniel Nanoto, un attivista di Greenpeace della Micronesia, morto di infarto il 26 luglio 1998 nel corso di una azione di protesta contro un allevamento illegale di gamberoni in Ecuador. Ogni anni, dal Bangladesh all'India, dalla Malesia all'Ecuador, dal Brasile alla Colombia, dal Messico alla Nigeria, il Mangrove Action Day è un susseguirsi di proteste, workshop e piantumazioni di Mangrovie.

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