Quattro multinazionali della carta possiedono da sole 600.000 ettari di piantagioni in Uruguay: la scandinava Stora Enso, la cilena Arauco (Chile), la statunitense Weyerhaeuser e la finlandese Botnia.
Il ritiro dalla scena della spagnola Ence a causa della crisi economica, ha favorito Stora Enso e Arauco, che ne hanno subito acquisito i 253.000 ettari di piantagioni, in preparazione della più grande cartiera del mondo, che dovrà avere una capacità produttiva di un milione e mezzo di tonnellate di cellulosa.

Entrambe le imprese hanno pessimi record ambientali e sociali. In Brasile, le piantagioni di eucalipto della sussidiaria di Stora Enso (Veracel) hanno distrutto l'habitat degli indigeni Pataxó, nello stato di Bahia, avvelenando i fiumi con l'uso intensivo dei pesticidi. Le piantagioni della sussidiaria di Arauco (CELCO) nella provincia argentina di Misiones hanno causato affezioni respiratorie e malattie circolatorie alle comunità locali, dato che i pesticidi vengono sparsi su tutta la regione con appositi aerei. Anche in Cile le piantagioni della Arauco hanno causato seri conflitti con gli indigeni Mapuche, oltre a contaminare la regione di Valdivia e avvelenare le acque del the Rio Cruces sanctuary, un importante santuario della fauna selvatica.

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