La multinazionale dell'olio di palma Wilmar sarebbe coinvolta nella violazione dei diritti umani ai danni delle comunità della regione di Jambi, in Indonesia. E' quanto emerge da un rapporto pubblicato oggi dal Forest Peoples Programme. Il rapporto denuncia come polizia indonesiana (BRIMOB) a Jambi, in collaborazione con il personale piantagione, abbia sistematicamente cacciato gli abitanti dei villaggi, sparando fucilate per metterli in fuga e poi usando i bulldozer per distruggere le loro abitazioni e demolirne pavimenti in calcestruzzo. Le operazioni si sono protratte per oltre una settimana a metà agosto di quest'anno e hanno già scatenato una controversia internazionale.
"Gli sgomberi forzati con le minacce, le armi e la distruzione delle case senza preavviso sono gravi violazioni dei diritti umani e sono contrarie alle norme di polizia - ha dichiarato Andiko, direttore dell'associazione indonesiana HuMa, che si occupa dei diritti delle comunità -  L'azienda deve impegnarsi a pagare i danni, ma i responsabili devono anche essere indagati e puniti in conformità con la legge ".

Le operazioni si sono verificato all'interno della vasta concessione (20.000 ettari) di palma da olio controllata dalla della PT Asiatic Persada, impresa controllata al 51% dal gruppo Wilmar.
Il Wilmar controlla oltre 600.000 ettari di piantagioni in Malesia e Indonesia, con ambiziosi piani di espansione in altri continenti, è il principale commerciante mondiale di olio di palma, con di impianti di trasformazione a Sumatra e in Europa. Il gruppo  fa parte del consiglio di amministrazione della Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO). "Francamente siamo molto delusi. - ha dichiarato Abetnego Tarigan, direttore  dell'associazione indonesiana SawitWatch, anch'essa membro del consiglio della RSPO  - Ci aspettiamo che esponenti della RSPO si attengano scrupolosamente allo standard concordato, che prevede il rispetto diritti consuetudinari dei popoli e la risoluzione delle controversie. Le imprese associate allo RSPO dovrebbe coinvolgere le comunità e non fare ricorso alla violenza, usando metodi che hanno fatto il loro tempo".

Come spiegato nel rapporto, alla base del conflitto vi è una lunga controversia sul diritto alla terra. L'impresa ha ottenuto in concessione terreni già abitati da diverse comunità, senza riconoscerne i loro diritti, né assicurare compensazioni. La Wilmar ha rilevato la piantagione nel 2006, rifiutando di riconoscere le rivendicazioni alla terra delle comunità o offrire loro piccole aziende all'interno dell'area in concessione.

Marcus Colchester, che ha guidato il team investigativo del Forest People Programme, ha osservato che le associazioni hanno avviato una terza procedura contro Wilmar presso il Compliance Advisory l'International Finance Corporation (CAO) . I reclami precedente aveva portato alla sospensione di tutti i finanziamenti della Banca Mondiale all settore dell'olio di palma. Attualmente, la CAO ha ancora un processo in corso per mediare le dispute tra società controllate Wilmar e le comunità. Un processo interrotto bruscamente lo scorso giugno: "La buona notizia è che Wilmar ha apparentemente accettato che la CAO torni a mediare alla risoluzione di questo conflitto - ha spiegato Colchester - Speriamo che questa sia la volta buona per una soluzione del conflitto basata sugli standard dell'IFC, della RSPO e sui trattati internazionali sui diritti umani. Ma non possiamo non domandarci perché il processo va cos' a rilento. Questi ritardi nel riconoscere una giusta soluzione per le comunità locali sono inaccettabili".

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