Lo sciamano e portavoce degli Yanomami Davi Kopenawa si è rivolto alle Nazioni Unite, a Ginevra, per denunciare i pericoli che l’attività mineraria illegale sta portando al suo popolo. Davi ha raccontato che in questo momento migliaia di cercatori stanno lavorando illegalmente nel territorio yanomami distruggendo la foresta, inquinando i fiumi e mettendo a rischio le vite degli Indiani. Particolarmente vulnerabili sono i gruppi di Yanomami incontattati.


Gli Yanomami stanno esercitando pressioni sulle autorità brasiliane per l’espulsione dei minatori. Nonostante le proteste organizzate dagli Indiani e la loro partecipazione agli incontri ufficiali, le autorità non hanno preso nessuna misura d’intervento.
Davi Kopenawa ha parlato anche di un controverso progetto di legge che, se approvato, permetterà lo sfruttamento minerario su larga scala dei territori indigeni. Nel corso delle interviste rilasciate in Svizzera, ha dichiarato che la legge “non porterà nessun beneficio agli Indiani” e che, al contrario, “devasterà la terra, inquinerà i fiumi e diffonderà altre malattie”.
Il 2012 segna il ventesimo anniversario della creazione del territorio yanomami brasiliano, destinato all’uso esclusivo degli Indiani.
Le autorità brasiliane sono responsabili della protezione di quella terra, dell’espulsione dei minatori e dell’attuazione di misure atte a prevenire ulteriori invasioni. Ma “la maggioranza dei politici vuole sfruttare a terra” ha commentato Davi, “e quindi non prestano ascolto ai popoli indigeni”.
Davi Yanomami ha viaggiato fino a Ginevra per partecipare al suo Film Festival internazionale e al Forum sui diritti umani durante il quale è stato proiettato “Indiens en Sursis”, il documentario sui diritti dei popoli indigeni realizzato dal regista Daniel Schweizer. Il suo viaggio è stato sostenuto da varie organizzazioni tra cui l’Organizzazione mondiale contro la tortura, l’associazione yanomami Hutukara, l’Instituto Socioambiental, doCip e Survival International.

 

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