Gli indios Mebegokre Kayapó si stanno opponendo alla costruzione di cinque dighe lungo il fiume Xingú, in Amazzonia. Recentemente, duecento Kayapó si sono incontrati per discutere il problema; temono infatti che il
progetto possa avere un impatto devastante sull'ambiente e che possa provocare l'inondazione di ampie aree del loro territorio.

Molti Kayapó hanno espresso la loro preoccupazione e la loro rabbia verso il governo brasiliano e la compagnia elettrica Eletronorte, che non hanno fornito informazioni chiare sui loro progetti e si sono fatti
beffa della costituzione del Brasile, che li obbliga a consultare preventivamente le comunità interessate da progetti di sviluppo.

Nel 1989, ad Altamira, i Kayapó avevano organizzato un grande incontro per protestare contro un progetto analogo. Erano riusciti ad attirare l'attenzione dei media di tutto il mondo sul problema conquistandosi un
vasto sostegno internazionale.

Dovendosi confrontare con uno scenario analogo, i Kayapó stanno ora intessendo una rete di alleanze locali e regionali. Megaron Txukarramãe, l'organizzatore dell'incontro, ha dichiarato: "Facciamo appello a tutti gli abitanti della Valle dello Xingú affinché si uniscano a noi in una grande manifestazione che avrà luogo ad Altamira contro la diga Belo Monte e altre dighe che la Eletronorte vuole costruire nella nostra terra; vogliamo proteggere e sviluppare le nostre forze produttive, le nostre culture e le nostre comunità".

I rappresentanti indigeni hanno più volte sottolineato che l'Eletronorte e il presidente Lula hanno violato la legge nazionale perché non hanno spiegato apertamente i termini del progetto alle comunità dei Kayapó e degli altri popoli della regione. La legge, infatti, prevede che qualsiasi tipo di progetto di sviluppo che
implichi effetti potenzialmente dannosi sui territori indigeni debba essere discusso con le comunità indigene coinvolte e che tali comunità debbano avere la possibilità di discutere il progetto presso il Consiglio Nazionale. 

I rappresentanti delle indigene del fiume Xingú hanno denunciato il crescente inquinamento del fiume provocato sia da attività agricole quali la coltivazione massiccia della soia, sia dall'allevamento del
bestiame effettuato nelle vicinanze degli affluenti del fiume. Hanno richiesto che lo Stato regoli queste attività per prevenire la distruzione dell'ecosistema fluviale. 

"Diciotto mesi fa, ci siamo riuniti con i popoli indigeni dell'Alto, Medio e Basso Xingú a Piaraçu per dar vita a un fronte comune contro queste minacce. - hanno dichiarato - Ora, dopo aver stretto un forte accordo fra tutte le nostre comunità, stiamo entrando nello stadio successivo della nostra battaglia. Dobbiamo contattare le organizzazioni nazionali dei coloni brasiliani del Basso Xingú e della Transamazzonica per dar vita a
un'alleanza di tutti i popoli della Valle dello Xingú con l'obiettivo di salvare il nostro fiume dalle dighe, dall'inquinamento e da tutti i tipi di sviluppo distruttivo che ci minacciano, promuovendo forme
alternative di produzione basate sulle forze delle comunità locali e sull'utilizzo di risorse sostenibili".


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