Un “master plan” che potrebbe aprire le porte allo sfruttamento petrolifero su vasta scala ne territori indigeni è stato reso pubblico da Survival. Il piano apre alle compagnie petrolifere aree all’interno di un parco nazionale di recente costituzione, minacciando le vite e le terre di diverse tribù anno non contattate dall’uomo bianco.
L’area, nota come Sierra del Divisor, si trova nella regione di frontiera dell’Amazzonia incontattata, a cavallo tra Perù e Brasile, ed è abitata dalla più alta concentrazione di tribù incontattate del pianeta.
L’Agenzia peruviana per i Parchi Nazionali, la SERNANP, sta preparando un piano che potrebbe permettere alle compagnie petrolifere di entrare nel parco. Secondo Survival, il nuovo governo si appresta a modificare la legge per facilitare ulteriormente l’apertura dei parchi nazionali alle attività estrattive di petrolio e gas.

Il Parco Nazionale Sierra del Divisor è stato creato nel 2015 per proteggere la regione. Il nuovo piano potrebbe spazzare via gli Indiani incontattati che vivono nell’area, e che non sono stati tutti riconosciuti ufficialmente dalle autorità del paese.

“Il petrolio distruggerà le sorgenti dei nostri fiumi. Cosa succederà ai pesci? Che cosa berranno gli animali?” ha dichiarato a Survival una donna matsés. Di fronte alla dura opposizione della tribù, nel 2016 la compagnia petrolifera canadese Pacific E&P ha reciso il suo contratto per la prospezione di petrolio nel territorio dei Matsés contattati, nei pressi dell’area. Ma l’impresa non ha ancora rinunciato a un secondo contratto che le permetterebbe di lavorare nella Sierra del Divisor, dove vivono comunità di Matsés ancora incontattate.

 

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