Prosegue nelle foreste colombiane la sporca guerra. Ma il conflitto tra militari e guerriglia è appena la copertura per un conflitto ben più cruento, che contrappone latifondisti, paramilitari, esercito e la stessa guerriglia alle comunità indigene del paese.
Ed è successo di nuovo, circa due settimane fa: l'esercito colombiano ha ucciso un attivista dell'associazione indigena CRIC, Edwin Legarda Vasquez, dopo avergli teso un agguato su una strada rurale, mentre era alla guida di un autoveicolo dell'organizzazione. 
Vasquez è stato colpito alla testa, ed è riuscito a trascinarsi per  800 metri lungo la strada prima di crollare.  La moglie, Aida Marina Quilcue, è il leader del CRIC.
Questo è solo l'ultimo di una lunga serie di omicidi di leader indigenti da parte delle forze armate colombiane. Secondo dati rivelati da un fascicolo dell'Unità dei Diritti Umani della Magistratura colombiana, le esecuzioni extra-giudiziali hanno visto un aumento esponenziale negli ultimi sei anni. Se nel 2002 i casi registrati erano sette, nel 2007 ne sono stati registrati 245.
 
Inquietante il caso del paramilitare Francisco Villalba, che da 11 anni sconta una condanna per aver ucciso 15 persone: il vigilante muove ora pesanti accuse verso presidente Uribe. Villalba, asserisce di poter provare la complicità del presidente, che ricopriva allora la carica di Governatore della Regione di Antioquia, e che presto renderà pubblico un video contenente le prove di una riunione  di pianificazione del massacro, tenutasi poco prima del massacro, alla presenza di Uribe, del fratello Santiago Uribe, e di latifondisti della regione. 
 Il presidente Uribe rischia ira una denuncia presso la Corte Penale Internazionale.
 
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