La cattiva influenza della società di consulenza McKinsey nello sviluppo di strategie nazionali contro la deforestazione e degrado forestale in un vasto numero di paesi, tra cui il Congo non è più un segreto.

Ma il REDD funziona davvero?

La distruzione delle foreste, perlopiù tropicali, causa dal 15 al 20% delle emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale. La loro protezione è stata definita dalla comunità internazionale come essenziale, in particolare nel quadro dei negoziati della lotta contro il cambiamento climatico.

È per questo che sono state incluse nei negoziati della Convenzione sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il meccanismo REDD è stato proposto per finanziare le iniziative dei paesi foresta a lottare contro la deforestazione e degrado forestale.

Uno scenario di interessi per l'industria del legno
Tutto è iniziato nel 2009, quando McKinsey è stata incaricata di produrre uno studio per un REDD nazionale nella RDC. Alla fine il progetto di piano strategico predisposto dal Ministero dell'Ambiente, Conservazione della natura e del Turismo ha incluso le raccomandazioni della società McKinsey, realizzato in meno di cinque settimane. Tali raccomandazioni sono in totale contraddizione con l'obiettivo dichiarato di proteggere le foreste ed i loro abitanti, prevedendo in particolare l'espansione del settore forestale di 10 milioni di ettari di foreste umide (o vergini, le più importanti per la biodiversità e clima). Nel piano sono previsti anche contributi per l'industria forestale al fine di "limitare il suo contributo al degrado delle foreste" (750 milioni di euro per il mantenimento della situazione attuale). A questo va aggiunto più di un miliardo di contributo annuale sino al 2030 per l'agroindustria (olio di palma, ecc.).

Opacità, errori e carenze nei metodi di calcolo
Secondo il rapporto di Greenpeace, il successo McKinsey si basa sulla famosa "curva dei costi di opportunità" alla base di tutte le sue raccomandazioni politiche. Questa curva mostra il disegno di sintesi che permette la logica di abbracciare le raccomandazioni con uno sguardo. E questo piace molto ai politici. Tuttavia, il metodo con cui si ottiene la "curva di costo", appare perlomeno oscuro. In particolare l'approccio McKinsey è caratterizzato da una peculiare opacità: le ipotesi utilizzate per la modellizzazione non sono pubbliche, ma coperte da un segreto commerciale. Alcuni parametri di base, quali i costi di attuazione delle misure proposte sono volutamente esclusi dai calcoli. Altri parametri, come incerti a priori sono inclusi nel calcolo, ma non in maniera esplicita. Analizzando lo stesso rapporto in dettaglio, la curva e tutte le raccomandazioni della ditta, diventa chiaro che le foreste tropicali sono considerate come stock di legno pregiato e di carbonio, o terreni per lo sviluppo dell'agricoltura su larga scala.

L'ONG internazionale Greenpeace ha informato la stampa. L'occasione è stata la presentazione ufficiale della sua relazione presso il ristorante Fleur de Sel nella città di Gombe.
Le foreste tropicali coprono circa il 10% della superficie totale della terra. Non solo sono habitat per circa il 60% della biodiversità mondiale e più di un miliardo di persone dipendono da loro per la sopravvivenza, ma sono cruciali per la stabilità del clima globale.

Il rapporto di Greenpeace indica anche che le raccomandazioni di McKinsey sono di fare attenzione a non minare il sacrosanto principio della crescita economica dei paesi, a prescindere dalla sua durata ed indipendentemente dalla onestà del suo popolo. Tutte le stime della McKinsey sono mirate al risarcimento da parte di operatori del settore forestale per mitigare economicamente l'aumento del loro impatto sulle foreste. Secondo le stime di Greenpeace, nei prossimi 20 anni con i programmi REDD effettuati sulla base delle stime dell'agenzia McKinsey, più di 750 milioni di euro verranno indennizzati alle stesse azionde che operano la distruzione della foresta in DRC. Tutto questo non sarebbe possibile se McKinseyrendesse pubblici i suoi metodi di calcolo, i dati utilizzati e come ha sviluppato la famosa "curva di costo opportunità".

Purtoppo questo difficilmente avverrà a causa della corruzione, degli interessi economici e della connivenza tra Stato ed aziende private. Dopo il conclamato fallimento dei marchi PEFC ed FSC nel proteggere relamente le foreste tropicali e l'evidenza che il REDD va semplicemente ad indennizzare i tagliatori di foreste, sarebbe il caso di ammettere che nessuna misura può essere efficace per salvare davvero le foreste come "smettere di tagliarle".

Roberto Cazzolla Gatti

fonte: Papy Maluku L'Avenir Quotidien

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