Questa mattina nel porto tedesco di Nordenham (in Bassa Sassonia) una trentina di attivisti di Greenpeace ha individuato un nuovo carico di legno proveniente dalla Liberia, contrassegnando i tronchi tagliati da compagnie coinvolte nel traffico d' armi che alimenta le guerre civili in Africa Occidentale.
I tronchi sono stati contrassegnati con la scritta "African crime", mentre alcuni attivisti travestiti da alberi richiedevano la protezione delle foreste liberiane. Queste foreste, le ultime importanti dell'Africa Occidentale, sono da anni sottoposte a saccheggio per finanziare gli eserciti che si combattono nella
regione.

In questi giorni il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve esprimere una posizione in merito al bando del legname liberiano che, secondo dettagliati rapporti degli esperti dell'ONU, viene impiegato
direttamente per acquistare armamenti proibiti da un bando internazionale in corso dal 1992.
"Chi acquista legno liberiano si rende complice di una delle più sanguinose guerre civili in Africa. I consumatori devono evitare di acquistare da chi utilizza legno liberiano" ha commentato Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace. "Tutti gli acquisti di legno proveniente da foreste primarie devono avere una
certificazione affidabile, secondo standard della stessa qualità del FSC (Forest Stewardship Council)."

L'iniziativa fa parte della campagna internazionale di Greenpeace per proteggere le foreste primarie. Tre giorni fa a Lubecca un altro gruppo di attivisti aveva fermato sul Mar Baltico la nave "Finnhawk", carica di carta proveniente dalla distruzione delle preziose foreste primarie finlandesi. I dodici attivisti hanno raggiunto la nave dai gommoni, scalandone la fiancata ed affiggendovi uno striscione con scritto: "Foreste primarie ieri, carta oggi, adesso basta". Il
carico appartenente alle imprese Store Enso e M-Real, che praticano taglio a raso nelle foreste incontaminate della Finlandia. Un quarto della carta e della cellulosa commercializzate nel mercato internazionale provengono da questo paese. La Finlandia, assieme alla Russia, ospita le ultime grandi estensioni di foreste primarie europee, che ospitano oltre 500 specie minacciate e rappresentano l'ambiente di vita delle popolazioni indigene Sami. Ora queste
foreste vengono distrutte per farne cartone da imballo e carta per periodici.
Greenpeace chiede alle grandi imprese finlandesi della carta di smettere di essere complici della distruzione delle foreste primarie.

 

 

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