Johannesburg, 6 settembre 2002 - Il Wwf è deluso dei contenuti del Piano d'Azione del Summit di Johannesburg al punto da ribattezzare questo appuntamento come il "Summit mondiale degli accordi vergognosi". A parte qualche risultato positivo, nel suo complesso dal Summit non sono scaturiti quegli impegni che il WWF, insieme ad altre associazioni, riteneva necessari per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Negli ultimi giorni del Summit i leader mondiali hanno "riempito" i loro discorsi di sviluppo sostenibile, elargendo promesse di accordi unilaterali e elargizione di fondi. Ma questo non ha fatto altro che sottolineare ancor di più il fallimento del Piano di Azione nell'indicare una strada precisa per il raggiungimento della sostenibilità dello sviluppo. "Inoltre, di questi risultati, non ne potranno beneficiare a lungo termine né i paesi che hanno tentato di 'salvare' l'esito del Summit ne' quelli che hanno lasciato che le cose andassero in questo modo senza fare nulla - ha dichiarato Claude Martin, Direttore generale del WWF Internazionale - A parte qualche indicazione su come proteggere gli oceani e gli stock di pesce ed i provvedimenti sulla sanità, il Summit non avrà alcun efficacia per aiutare a ridurre la nostra impronta ecologica sul pianeta. Sebbene alcuni paesi vogliano impegnarsi per salvare l'ambiente, i 'testi' che escono dal Summit sono un 'gioco al ribasso'". Il Piano d'Azione non contiene, in modo evidente, obiettivi chiari e scadenze su diversi temi cruciali: ha fallito nell'assicurare alle popolazioni l'accesso all'energia pulita; promette l'accesso all'acqua potabile per i poveri, ma poi non protegge gli ambienti da cui l'acqua proviene, come i fiumi; ha fallito nel confermare la supremazia dei bisogni dei poveri e dell'ambiente sull'agenda del libero commercio ed è più debole, rispetto ad accordi precedenti, sul controllo delle sostanze chimiche che minacciano la natura e la nostra salute". Tra i pochi elementi positivi del Summit c'è l'annuncio, da parte del Governo Brasiliano, del Global Environmental Facility (GEF), di Banca Mondiale e WWF della creazione del più grande piano di protezione delle foreste tropicali.. Il Programma per l'Area Regionale Protetta Amazzonica (ARPA) assicura la tutela di 500.000 chilometri quadrati (il triplo di quanto è fino ad oggi protetto), una regione pari a due volte la Gran Bretagna. "A questo punto lavoreremo insieme a coloro che condividono i nostri timori per elaborare programmi di sviluppo sostenibile e promuovere soluzioni e alleanze politiche che possano mitigare i difetti dell'attuale sistema di accordi multilaterali " ha concluso Claude Martin.

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