BREVE GLOSSARIO
SBIANCA CON O SENZA
CLORO
Gli sbiancanti ottici servono a far diventare bianca la cellulosa, in
origine color legno. Presentiamo qui diversi metodi, iniziando con la più
idonea dal punto di vista dell’ambiente.
Processed Chlorine Free (PCF) Carta processata senza uso di cloro e senza composti di cloro. Si applica
alle carte riciclate, e certifica che non sia stato utilizzato cloro nel
processo di disinchiostrazione (si riferisce al
“processo” perché ovviamente non è possibile escludere l’uso di cloro nella
produzione della carta poi gettata via e riciclata). Questo è il tipo di carta
che dovrebbe essere scelto in via preferenziale, poiché protegge al le foreste
e evita l’utilizzo di composti chimici dannosi.
Totally Chlorine Free (TCF) Processo di sbianca della
pasta chimica, senza cloro e senza composti di cloro. Si utilizzano solitamente
il perossido d’idrogeno e l’ozono. Viene marcata TCF solo la carte fabbricata
al 100% con cellulosa vergine. Nel caso sia necessario questi tipo di carta,
bisogna assicurarsi che abbia anche la certificazione 100% FSC.
Enhanced ECF with
ozone or hydrogen peroxide sostituisce
perossido d’idrogeno e l’ozono al cloro o agli ossidi di cloro nella prima fase
del processo di sbianca. Questo processo è inferiore al PCF o al TCF poiché i
composti del cloro vengono ancora impiegati nella fase finale della sbianca. Ma
tra le metodologie di sbianca che fanno uso di composti di cloro, è il metodo
meno invasivo, in quanto migliora la qualità delle acque di scarico e riduce i
rifiuti del 70-90% rispetto al metodotradizionale
ECF.
Enhanced ECF with
extended or oxygen delignification questo metodo consiste nel rimuovere più lignina prima della sbianca, rispetto al metodo tradizionale ECF. In questo modo si rende necessaria una quantità minore di sbiancante chimico. Il processo riduce inoltre il consumo energetico di circa il 30% e migliora la qualità delle acque reflue e ne dimezza il volume.
Elemental Chlorine Free (ECF) Nel processo di sbianca il cloro elementare (allo stato gassoso) è stato sostituito con un suo composto, il biossido di cloro. Rispetto al metodo di sbianca con il cloro elementare, la formazione di composti organici clorinati e? ridotta ma non eliminata. Anche gli scarichi della cartiera continuano a contenere composti di cloro.
Gli inquinanti
organici persistenti (POPs)
Gli inquinanti organici persistenti (o Persistent Organic Pollutants POPs) sono sostanze chimiche tossiche difficilmente degradabili, spesso legate alla chimica del cloro. Dopo il loro rilascio, si diffondono a livello globale attraverso l’aria, l’acqua e la catena alimentare, rappresentano un serio pericolo per la flora e la fauna, e provocano danni alla salute umana, anche a grande distanza dalla fonte di emissione. Possono ad esempio causare tumori, disfunzioni ormonali o compromettere la funzione riproduttiva.
FORESTE & FIBRE
Le foreste minacciate sono rare e vulnerabili, il loro valore supera di gran lunga gli eventuali vantaggi economici della loro distruzione. Tra le foreste che è necessario proteggere ci sono diversi tipi di ecosistema:
· paesaggi forestali intatti (intact forest landscapes, o frontier forests) sono
foreste primarie ancora intatte su vaste aree (50 chilometri quadrati)
· foreste di alto valore di conservazione (High Conservation Value
Forests)
· hotspot e habitat di specie minacciate
· foreste di particolare valore storico, culturale, religioso o paesaggistico.
Foreste primarie
Sono aree di foresta naturale non disturbata da attività umane, largamente caratterizzate da eventi naturali, e con un piccolo impatto da parte di attivita? umane. I paesaggi forestali intatti sono vaste aree di foreste primarie non frammentate.
Le foreste primarie hanno alcune caratteristiche che le differenziano dalle foreste di recente crescita o dalle piantagioni:
· non presentano attività industriali o di sfruttamento su larga scala;
· si rigenerano naturalmente e sono dominate da specie arboree indigene;
· l’età e le dimensioni degli alberi è fortemente differenziata;
· l’accumulo di biomassa da cascami e piante morte (necromassa)
e da piante morte, in piedi o cadute è maggiore che nelle foreste più giovani;
· la volta è discontinua, e il sottobosco è ricco di felci, muschi e piante;
· la foresta ha spesso diversi livelli caratterizzati da diverse nicchie ecologiche
· ospitano spesso specie minacciate
FSC – Forest Stewardship Council
FSC rappresenta un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale e catena di custodia. Lo schema di certificazione FSC è indipendente e di parte terza: FSC non effettua direttamente certificazioni, ma accredita organismi di certificazione di cui controlla l’operato. La certificazione FSC si basa sulle performance, ossia sulle effettive
caratteristiche del prodotto certificato. Il FSC vede il più ampio
riconoscimento delle associazioni ambientaliste e sociali in tutto il mondo.
Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC)
È il sistema attraverso cui si garantisce la tracciabilità delle materie prime fibrose, dalla foresta di origine al prodotto finito, attraverso le varie fasi produttive: dal taglio, alla produzione di cellulosa, alla fabbricazione della carta e alla distribuzione del prodotto.
Blau Engel 100% recycled
(Angelo Azzurro)
Sistema di certificazione tedesco della carta riciclata (e non solo), molto diffuso in Europa. La carta certificata con questo marchio composta? fatta al 100% di carta riciclata, e vi sono indicate in modo trasparente le percentuali di postconsumo e i procedimenti di lavorazione (disinchiostrazione ecc.).
ALTRO
Carta ecologica
È un termine che da
solo non vuol dire nulla, e non ha un valore legale. Diffidare di questa
definizione in assenza di specifiche indicazioni sul contenuto delle fibre
riciclate, sull’origine delle fibre vergini, sul metodo di sbianca.
Spesso compare la dizione “proveniente da boschi gestiti” o “da foreste gestite” senza specificare i criteri o la certificazione. Anche in questo caso si tratta di una dicitura fuorviante.
Carta riciclabile
Da non confondere con “carta riciclata”, anche se i loghi delle due sono molto simili. Significa carta che è possibile riciclare dopo l’utilizzo.
Virtualmente tutte le carte sono riciclabili, se non vengono impregnate con
sostanze che ne rendono impossibile il recupero delle fibre.
Carta riciclata
È un prodotto ricostruito usando fibre di recupero. Nel caso della carta, la principale differenza è fra fibre postconsumo e preconsumo.
· Postconsumo (Pos-consumer) Carta prodotta con maceri
provenienti dalla raccolta differenziata, ossia da carta che è stata utilizzata
dal consumatore finale. Il tipo di cara più utile alla protezione delle foreste
è quella riciclata postconsumo.
· Preconsumo (Pre-consumer
o Post-industrial Recycled Content) Carta prodotta con scarti di lavorazione, separati prima che raggiungano il consumatore finale. Es:
tagli di tipografia, rese di giornali, ecc.
Fibre alternative
Detta anche Fibre secondarie (o Tree free products), è carta prodotta con fibre o residui agricoli.
· Scarti agricoli Carta prodotta con materiali recuperati o sottoprodotti del raccolto
annuale (es: scarti di lino e frumento, paglia di riso, ecc.).
· Fibre da colture dedicate Fabbricata con piante non legnose coltivate espressamente per la produzione di carta (es: canapa, canna comune, ecc)
Fibre vergini
Carta non riciclata, ossia prodotta per la prima volta, normalmente con cellulosa proveniente dal legno
ALTRO
Carta senza legno (Wood-free o Freesheet)
Carta da stampa contenente un’alta percentuale di pasta chimica. Non significa che sia riciclata né che sia non provenga da legno, ma solo che ha subito un processo di raffinazione. È solitamente più longeva della carta che contiene lignina (come la carta da giornale).
Disinchiostrazione (Deinking)
Eliminazione dell’inchiostro di stampa dalla carta, durante il processo di riciclaggio di questa. Avviene solitamente con l’impiego di detersivi o emulsionanti.
Grammatura (Basis weight)
Metodo tradizionale di misura della carta, in uso già dai primi cartai arabi. Rappresenta la “consistenza” del foglio di carta. Non va confusa con lo “spessore” del foglio, poiché carte di pari grammatura possono, in realtà, avere consistenza ed aspetti diversi, a seconda della presenza maggiore o minore di fibra di legno e della lavorazione.
La grammatura viene
definita come “il peso di un foglio di carta di un metro quadro di
superficie”.
Grado di bianco (Brightness)
La “bianchezza”, o grado di bianco di un materiale, rappresenta un criterio di qualità per la carta. Sebbene il candeggio (distruzione dei pigmenti colorati che assorbono la luce) consenta ai materiali di raggiungere una “bianchezza” assai vicina a quella del bianco, per ottenere un bianco “splendente” si ricorre a sbiancanti ottici.
Lignina
Potrebbe essere definita come la “colla” che unisce le cellule. Circa un terzo de legno è composto da lignina, un pesante complesso polimero organico composto principalmente di composti fenolici.
Non patinata (Uncoated paper)
Detta anche Carta Naturale o Carta Uso Mano, è carta priva di patina o di particolare lisciatura.
Patinata (Coated paper)
Carta trattata con polimeri studiati per ottenere una migliore brillantezza dei colori. Sono impiegati l’amido, il Poliacetato di vinile (PVA) e molti altri prodotti per realizzare tipi diversi di carta. La patinatura può anche lisciare la superficie usando il caolino.
Pasta meccanica (Mechanical or Groundwood pulp)
La lignina viene sfibrata con uno sminuzzamento meccanico (grinding) e le fibre cellulosiche vengono liberate ma anche parzialmente danneggiate: la carta prodotto è meno resistente e viene generalmente usata per carta da giornale, elenchi telefonici ecc… Il processo utilizza quasi l’intero albero (il 95% del legno viene trasformato in pasta), ma richiede molta energia meccanica.
Pasta chimica o Kraft
Pasta legno prodotta tramite processo chimico e nota come pasta Kraft. La lignina viene sfibrata chimicamente (con soda caustica e solfuro di sodio) lasciando intatte le fibre di cellulosa: si ottiene una pasta marrone che richiede molti sbiancanti, ma la carta finale è molto resistente (kraft, che in tedesco significa forte). Il processo ha degli svantaggi ambientali e una resa scarsa (solo il 50% del legno viene trasformato in pasta).
Pasta da fibre riciclate
Fibre e cariche
ottenute dalla carta recuperata e riciclata. Se la carta raccolta viene disinchiostrata, la pasta derivante viene chiamata pasta disinchiostrata.
PH Neutro (Antiacido, o Acid free)
Carta con PH neutro, ossia con un’acidità che si aggira attorno a 7.5. che garantisce una maggiore durata nel tempo. La carta con un PH inferiore a 5.5 o 6 è teoricamente destinata a deteriorarsi in modo molto veloce.
Risma
Pacco di carta contenente solitamente 500 fogli (a volte 400 o 250) di carta da fotocopie o multipurpose.
Riciclata
Prodotta, almeno in parte, con maceri. Non esiste una definizione legale di “riciclata” e deve essere accompagnata da una certificazione che ne garantisca la percentuale di fibre riciclate, e se queste siano pre o postconsumo.
Recuperata
Termine ambiguo. La carta di recupero sarebbe la re-immissione in cartiera degli scarti di lavorazione: refili, tagli o scarti di carta fuori formato che vengono re-immessi nell’impasto. Nell’uso corrente però si usa in riferimento ai maceri da raccolta differenziata.