Il 6 gennaio scorso, ad Arajuno, nella provincia ecuadoriana di Pastaza, un gruppo di indigeni Waorani (Huaroani) armati di lance, archi e frecce, e alcune pistole ad aria compressa, hanno sequestrato un impianto gestito da Petrobell. L'azione è riuscita a bloccare la produzione del giacimento, di 3.200 barili al giorno.
Successivamente, l'esercito ha preso d'assalto la struttura, provocando gli scontri che hanno portato al ferimento di sei militari. Secondo il ministero della Difesa, gli arresti si sono resi necessarie per fermare "saccheggio" e soprattutto l’interruzione della produzione di petrolio.
Secondo il leader della Confederazione delle Nazionalità Indigene Ecuadoriana (CONAIE), invece, gli indigeni stavano difendendo il loro territorio tradizionale dalle incursioni dalle compagnie petrolifere, che nel corso degli ultimi decenni hanno causato danni notevoli alle foreste e alle comunità indigene che le abitano. "Per 40 anni, le compagnie petrolifere, con il consenso dello Stato, hanno distrutto , saccheggiato e sabotato la bella vita dei popoli indigeni, compromettendo lo stile di vita del popolo Waorani, una situazione che ha causato l’escalation dei conflitti", ha detto in un comunicato. Il CONAIE richiede la liberazione indigeni degli arrestati.
La Petrobell è una controllata di Synergy Group Corp., un conglomerato con sede in Brasile.