Un bene di tutti minacciato da pochi 
 
Le foreste sono un bene di tutti, ma vengono minacciate da pochi. Certo, hanno i loro interessi, ma ogni  guadagno fatto devastando la foresta non è che un decimo o un centesimo dei danni causati. Danni che prima o poi dovremo pagare.
 
I principali responsabili? L'industria del legno e le grandi piantagioni. L'industria non solo saccheggia la foresta, ma apre la strada a nuove ondate di distruzione. Una volta per tutte.
 
Le cause della loro distruzione sono molte: dagli incendi, alla conversione per uso agricolo, alla sovrappopolazione. Ma spesso l'industria del legno è il pioniere della distruzione, aprendo la strada agli altri fattori.
 
Industria del legno, monocoltura della soia o della palma da olio, industria mineraria rappresentano solitamente i primi attori di un processo di degrado. Le strade aperte dall'industria, portano alla foresta successive ondate di sfruttamento, dal bracconaggio, dagli insediamenti. Alla fine viene la conversione agricola, ma una volta abbattuti tutti gli alberi, soprattutto nelle foreste pluviali, la terra non più protetta dalle fronde degli alberi si secca e l'humus viene dilavato dalle piogge tropicali. E così foreste immense come quelle di Amazzonia, Sud-est asiatico o Africa diventano deserti improduttivi. 
    
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