La terra è satura, i terreni coltivabili sono agli sgoccioli. Nuova terra incolta in vaste dimensioni ci sarebbe, ma è occupata dalle foreste, che vengono rimosse.

 

Spesso le aree da trasformare in piantagioni sono "ripulite" con il fuoco, creando incendi incontrollabili di grandi dimensioni. Al loro posto le grandi piantagioni a monocoltura: soia, cereali, palma da olio, canna da zucchero. L'uso intensivo di fertilizzanti e pesticidi avvelena la terra e ne esaurisce le capacità.

Molto spesso, dopo il taglio degli alberi, la residua foresta è data alle fiamme e sulle sue ceneri creano grandi piantagioni. Ma in molti casi queste durano poco: in breve tempo il sottilissimo manto fertile della foresta si consuma senza rigenerarsi e, priva della protezione dei rami, l'umidità viene asciugata dal sole lasciando spettrali distese di argilla rossiccia.

Quando i fuochi appiccati per fini agricoli si diffondono nelle foreste tropicali, nel cielo possono liberarsi uno o due miliardi di tonnellate di carbonio. 

 
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