Per secoli o millenni hanno abitato le foreste, vivendo in armonia con i loro cicli. Molti di loro sono stati sterminati dal colonialismo, dalle malattie diffuse dall'uomo bianco, dal furto delle loro terre. Malgrado l'ONU abbia riconosciuto i loro diritti inalienabili, le loro foreste ancestrali sono date via alle compagnie del legno, ai baroni della terra, alle multinazionali dell'agribusiness.

Per popoli indigeni o aborigeni o nativi si intendono quelle popolazioni le cui origini in un particolare luogo risalgono alla preistoria.
Indios, Penan, Pigmei, in tutto il mondo si battono per preservare le proprie foreste, le proprie lingue, la propria cultura e il proprio stile di vita.
In comune hanno una straordinaria conoscenza della foresta, che sanno come preservare per le generazioni future.
Le foreste forniscono loro cibo, fibre, piante medicinali, ma anche cultura e spiritualità. Sono il loro supermercato, la loro farmacia, la loro biblioteca, la loro chiesa.

L'arrivo dell'industria non solo distrugge gli alberi da frutto e le piante medicinali, ma li sconvolge tutto il loro mondo, fino a portar via tutta la terra.

Le foreste danno da vivere anche a numerose popolazioni di raccoglitori, come i seringueros in Amazzonia, che vivono estraendo gomma o raccogliendo noce brasiliana.
 
 
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