Prima in Svezia, poi in Danimarca, ora anche in Gran Bretagna, gli importatori avvertono: il teak del Myanmar (Birmania) non è affidabile, è a rischio di illegalità. Dopo una denuncia dell'Environmental Investigation Agency, e dopo che un importatore è finito in tribunale, le autorità svedesi hanno messo in guardia contro il teak importato dal Myanmar, che non garantirebbe il rispetto della legge europea sul legno illegale. Le autorità danesi hanno quindi intimato a sette importatori di rafforzare i loro propri sistemi di verifica nel caso volessero continuare a commercializzare teak originario dal Myanmar. Richiesta difficile da mettere in pratica: il fatto è che le autorità di Myanmar non consentono agli importatori l'accesso alle informazioni sulla provenienza del legname, necessarie ad assicurarsi della sua eventuale origine legale, e d’altro canto non hanno un sistema interno in grado di escludere il legname illegale.


Anche le autorità competenti di Belgio, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito stanno esaminando le possibili violazioni del regolamento UE sul legname nel caso del teck originario dal Myanmar. 

Infine è scesa in campo l’associazione britannica degli importatori (TTF) chiedendo che le decisioni prese da Svezia e Danimarca siano applicate in tutta l’Europa, e intimando i propri membri a non importare teak dal Myanmar. E il direttore della TTF David Hopkins ha mandato un messaggio chiaro ai propri membri: “dal momento che le autorità di Myanmar non sono ancora in grado di assicurare prova sufficiente sulla legalità del legname, i membri della TTF debbono astenersi dal commercializzare il teak proveniente da questo paese”.
 
E gli importatori italiani che fanno? Importano, importano, importano. Che il legno sia a rischio di illegalità, non è così importante? Forse potrebbero imparare qualcosa dai colleghi britannici…
Ecco una lista di alcuni degli importatori o produttori che reclamizzano sul web il teak proveniente dal Myammar (o teak Burma, o birmano). 
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