La più grande e complesse megalopoli terrestre non è stata costruita dall'uomo, ma neppure dagli extraterrestri: i suoi costruttori sono le termiti. Un team di scienziati ha appena calcolato, con l'aiuto di immagini satellitari, la reale estensione della distesa dei tumuli di terra innalzati dalle termiti nella foresta di Caatinga, nel nord-est del Brasile. E hanno scoperto che è formata da circa 200 milioni di coni di terra alti fino a 2,5 metri e larghi fino a 9, che insieme ricoprono un'area di circa 233.000 km quadrati: più o meno quanto la Gran Bretagna.


 
Roy Funch (Universidade Estadual de Feira de Santana, Brasile) conosce queste sofisticate opere architettoniche dagli anni '80, ma è solo negli ultimi tempi che la deforestazione ha reso riconoscibili i blocchi di terra accatastati dalle termiti. Questi insetti sociali sono conosciuti per la loro capacità di costruire  complessi edifici a forma di torri con intricati sistemi di tunnel. I tumuli, però, sono qualcosa di diverso: non si tratta di nidi abitati, ma di cumuli di terra di riporto mentre questi animali lavorano a catene di tunnel sotterranei, sepolti tra un cono e l'altro e al sotto di essi. In migliaia di anni, la terra messa da parte si accatasta in queste strutture a forma di cono prive di strutture interne.

Nel 2015, Funch e colleghi stimavano vi fossero circa 90 milioni di coni, per un volume di terra equivalente a quello di 900 piramidi di Giza. Le nuove e più precise immagini di Google Earth inducono a pensare a 200 milioni di coni e a un volume di terra smossa pari a 4000 piramidi di Giza. Più il lavoro di una forza geologica, che di un insieme di organismi.
 
Questi coni sono costruiti da una singola specie di termite, la Syntermes dirus, le cui operaie sono lunghe circa 2,5 cm. Sulle prime Funch pensava che ad ogni cono corrispondesse una colonia di insetti, ma analizzando gli esemplari ai piedi di ciascuno si è accorto che una singola colonia può essere responsabile della formazione di più coni: una tattica, quella di allargarsi nel territorio, per occupare vasti tratti di foresta e poter accedere al maggior numero di foglie possibile. I campioni di suolo prelevati dai murundus ne hanno infine rivelato l'età: 690 anni il più giovane, 3.820 il più vecchio. Si può dunque ipotizzare siano strutture intergenerazionali.

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