Roma, 19 settembre 2002 - Circa 600 Indios hanno bloccato questa mattina il fiume Jaraucu, nel Parà , la parte orientale dell' Amazzonia brasiliana, per protesta contro la distruzione della foresta.
La popolazione locale chiede l'istituzione di una riserva naturale sul modello di quelle create da Chico Mendes, il sindacalista brasiliano, assassinato nel 1988, per le sue battaglie ambientaliste.
Le canoe degli Indios, sostenuti da Greenpeace, hanno bloccato il fiume, largo un centinaio di metri, che viene utilizzato per trasportare il legno tagliato illegalmente nelle loro terre.
Hanno anche srotolato uno striscione di 17 metri con scritto "Stop alla distruzione" e celebrato una messa sul fiume. Nell'area della protesta, Porto de Moz, vivono in armonia con la natura 15.000 persone appartenenti a
125 comunità.
Le aziende del legname si insediano con facilità nell'area, aprendo strade illegali e minacciando la cultura locale, che dipende dalla foresta per la propria sopravvivenza. Lo sfruttamento industriale su larga scala è iniziato nel 1990 con l'esaurimento delle foreste vicine dopo anni di sfruttamento intensivo: molte aree forestali sono state convertite in pascoli. L'Amazzonia brasiliana ha perso quasi il 15% della copertura forestale negli ultimi 30 anni.
Le comunità locali vogliono creare un'area protetta nella quale continuare a vivere nel rispetto della natura di 1,3 milioni di ettari, l'equivalente di metà Belgio, per bloccare la distruzione delle foreste in atto. "Siamo qui per sostenere la battaglia delle comunità locali che si battono contro l'invasione delle multinazionali che deforestano- afferma Marcelo Marquesini, della campagna Amazzonia di Greenpeace il governo brasiliano deve intervenire ora per salvare la foresta amazzonica"
Durante la protesta, Greenpeace ha presentato una mappa dell'area, frutto di un lavoro d'indagine quinquennale, che mostra i tagli illegali e le costruzioni abusive di aziende locali e multinazionali come Curuatinga, DLH Nordisk, Eidai, Marajâ Island Business, Madenorte, Porbrâs e Rancho da Cabocla.