Antananarivo, 10 marzo 2009 - Militari dissidenti hanno dispiegato nella notte carri armati nelle strade della capitale malgascia con la dichiarata intenzione di impedire l'arrivo di non meglio precisati mercenari e quella implicita di sollecitare una conclusione del braccio di ferro che oppone da settimane il presidente Marc Ravalomananna al leader dell'opposizione Andry Rajoalina. In una situazione di totale confusione, le truppe hanno rotto la neutralità che aveva caratterizzato la loro posizione. Tra i motivi di conflitto, anche la discussa acquisizione da parte della Daewoo di 1,3 milioni di ettari di terreno, pari a oltre la metà della terra coltivabile del Madagascar. Rajoelina aveva promesso che, una volta mandato via il presidente Marc Ravalomanana, avrebbe annullato l'accordo con la Daewoo.
In base all'accordo siglato col governo malgascio, la multinazionale coreana avrà pieno diritto sui terreni per 99 anni. La Corea del Sud ha fame di terra, e l'ha trovata in Madagascar. In questo paese però, i diritti di proprietà sulla terra sono incerti, e i contadini temono di perdere i propri campi. Ma in pericolo sono soprattutto le foreste, in quanto si tratterebbe di terra incontaminata. Le foreste del Madagascar ospitano da solo il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l'80% delle quali sono specie endemiche, ossia si trovano solo sull'isola e in nessuna altra parte del mondo (tra cui i famosi lemuri). Le coltivazioni in questione non dovranno fornire cibo per i malgasci, ma mais e olio di palma, per il biodiesel, l'oro liquido che dovrà sostituire il petrolio, ormai agli sgoccioli.