Alla luce delle recenti notizie apparse sulla stampa in merito alla istanza della GAS PLUS Italiana relativa all’esplorazione di tre nuovi Pozzi nella concessione “Policoro”, il WWF torna a chiedere alla Regione Basilicata una moratoria sulle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Nonostante le precisazioni dell’Assessore Santochirico, la realtà dei fatti rimane quella che oramai da tempo associazioni e cittadini denunciano: la Basilicata sta diventando un campo petrolifero il cui territorio è sempre più in mano alle multinazionali del petrolio con il rischio di pregiudicare irreversibilmente le proprie risorse ambientali e le relative prospettive di sviluppo che da esse possono derivare.

 


Non passa giorno infatti che non si legge di nuove richieste di ricerche e di realizzazione di nuovi pozzi: solo negli ultimi quattro mesi abbiamo appreso delle istanze della Shell nei comuni di Paterno, Tramutola, Satriano, Tito, Sasso di Castalda, Marsico Nuovo, Brienza, di Intergas Plus per il sito di Montegrosso nel comune di Brindisi di Montagna, di ENI su Monte Li Foi nel comune di Picerno e poi ancora di un nuovo pozzo vicino l’ospedale di Villa d’Agri, quindi della GAS Plus nel Metapontino.
Dinanzi a questa realtà è gravissimo che il dibattito politico di molti dei candidati alle prossime elezioni sia incentrato tutto sulla possibilità di rivedere gli accordi con l’ENI nella speranza di spuntare qualche elemosina in più magari da gestire in modo clientelare, mentre una sempre maggiore fetta della società civile sta manifestando la propria contrarietà all’industria petrolifera come la nascita e l’attività dei sempre più numerosi comitati no Oil dimostra.
Anche la recente notizia sul bando pubblico per l’istituzione del Centro di Monitoraggio Ambientale, data con grande enfasi dall’assessore Santochirico, dimostra quello che sino ad oggi le associazioni hanno più volte denunciato, ovverosia che in Val d’Agri l’attività estrattiva viene svolta da più di dieci anni senza una organica attività di monitoraggio, con conseguenze gravi per l’ambiente e la salute dei cittadini. In tal senso è interessante notare come sulla stampa sia apparso nello stesso giorno accanto la notizia del bando anche l’ennesima segnalazione di un cittadino di Viggiano riguardo le emissioni nocive del centro oli, che si aggiunge all’azione giudiziaria intrapresa contro ENI da un gruppo di più di 50 cittadini di Viggiano per danni alla salute ed alle attività economiche.
A questo punto viene spontaneo immaginare che se non si riuscirà a bloccare il passo alle trivelle il centro di monitoraggio consentirà tutt’al più di registrare inermi il progressivo depauperamento del nostro territorio.
Perciò il WWF torna a chiedere alla Regione Basilicata una moratoria regionale sulle attività di estrazione petrolifera; ai candidati alle elezioni di esprimersi chiaramente sull’ipotesi di moratoria sostenendola ; ai cittadini lucani di valutare attentamente il profilo dei candidati anche in base alle loro posizioni a riguardo ed a farsi parte attiva nel contrastare ulteriori attività petrolifere; sostiene la richiesta del comitato No scorie Trisaia di organizzare Consigli Comunali aperti nei comuni interessati dalle attività di estrazione ed alle amministrazioni coinvolte di intervenire nei procedimenti autorizzativi presentando le osservazioni per evitare forme di silenzio assenso.
Da parte propria il WWF si riserva di intervenire puntualmente con proprie osservazioni nei procedimenti in corso.

 

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