Estesa di un altro anno la moratoria sull'acquisto di soia da aree deforestate di recente. Gli ultimi dati dimostrano che da quando è entrata in vigore la moratoria, nel luglio 2006, la deforestazione in Amazzonia è sensibilmente diminuita, mentre la produzione della soia è cresciuta.  "La moratoria sulla soia in Amazzonia dimostra che la produzione e l'ambiente possono andare mano nella mano. Ma c'è ancora molto da fare per sganciare la produzione agricola brasiliana dalla deforestazione - ha dichiarato Paulo Adario, di Greenpeace Amazzonia. E' necessario che recidere il legame tra la deforestazione e la produzione, se vogliamo salvare la biodiversità e il clima assieme al futuro dell'economia brasiliana".

 

Nel corso dell'ultimo anno, il migliramento delle metodologie di monitoraggio forestale ha permesso di cogliere sul fatto 75 le aziende agricole che coltivavano soia su terreni disboscati recente, rispetto alle 12 dello scorso anni.I grandi importatori di soia hanno smesso di acquistare da queste aziende. La pressione da grandi imprese alimentari come McDonalds e Carrefour ha contribuito all'attuazione della moratoria della soia nel 2006 e le stesse imprese hanno ribadito il proprio impegno di non vendere prodotti contenenti soia legata alla distruzione dell'Amazzonia.

Altri settori sono uniti nel chiedere maggiore responsabilità. Nell'ottobre 2009, tre dei più grandi macelli in Brasile - JBS, Marfrig e Minerva - hanno firmato un accordo per fermare l'espansione degli allevamenti del bestiame in Amazzonia, dopo che grandi firme della moda e imprese alimentari anno dichiarato che non avrebbero acquisto di prodotti legati alla distruzione della foresta pluviale amazzonica.

"Il commercio della soia e del bestiame si sono attivati per fermare la deforestazione, perchè il mercato internazionale rifiuta i prodotti legati alla distruzione dell'Amazzionia - ha aggiunto Adario - Ma non possono assicurare di aver tagliato ogni legame con la deforestazione, se il governo, i coltivatori e i commercianti non collaboreranno a registrare in modo trasparente tutte aziende agricole dell'area amazzonica, in modo di individuare e punire i responsabili della deforestazione".

Nel frattempo però, la lobby agroalimentare sta esercitando un forte lavoro di lobby sul Congresso brasiliano, per indebolire il codice forestale brasiliano, una legge importante ambientale che consente di proteggere l'Amazzonia. In settembre, una commissione parlamentare ha votato a favore di indebolimento di questa legge. Un processo che se portato a termine rischia di lasciare vaste aree della foresta amazzonica in balia della deforestazione.

 

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