Foreste: chi sono i buoni e chi sono i cattivi? hi distrugge le foreste per vendere i propri prodotti, e chi le protegge con amore e cura? L’associazione ambientalista canadese Canopy presenta una classifica dei principali 500 operatori: governi, aziende, banche e amministrazioni. Foreste 500 identifica, classifica, e traccia i governi, le imprese e le istituzioni finanziarie di tutto il mondo che, insieme, potrebbero virtualmente eliminare la distruzione delle foreste tropicali.

 

Per esempio, in testa tra i buoni troviamo Danone e Nestlé (con policy forestali attive e implementate, e reporting trasparente), e a fare il fanalino di coda, tra i cattivi della deforestazione, Kraft e Kikkoman (entrambe prive di policy forestale), e Prada (anch’essa priva di politiche forestali sul cuoio importato, ma che almeno garantisce una certa trasparenza sulle proprie operazioni).

Come funziona la classifica? Il sistema è semplice, anche se le metodologie adottate sono complesse: la deforestazione è guidata dalla produzione di una manciata di materie prime e di imprese che le utilizzano: olio di palma, di soia, carne, cuoio, legno, e cellulosa e carta. Questi prodotti si muovono lungo le catene di fornitura complesse - dai produttori, ai commercianti, trasformatori, produttori e rivenditori - e una buona metà finisce in prodotti confezionati venduti nei supermercati di tutto il mondo. Attraverso questi prodotti, siamo tutti parte dell’economia della deforestazione. A volte questa è invisibile, ma non per questo meno dannosa.

In realtà tutti questi articoli possono benissimo essere prodotti in modo sostenibile, senza danneggiare foreste tropicali, e sono ormai tutti d’accordo sull’urgenza di avere prodotti senza deforestazione.

Nel settembre del 2014, numerosi governi, multinazionali, comunità indigene e associazioni hanno firmato un documento sulle foreste, chiamato Dichiarazione di New York. Il documento li impegna a mettere fine alla deforestazione, anche quella legata alla produzione agricola, entro il 2020. Questa dichiarazione riflette un precedente impegno del Consumer Goods Forum, un'alleanza di 400 imprese per un fatturato totale di tre miliardi di dollari, a ottenere una catena di rifornimenti a zero deforestazione entro il 2020. Un simile impegno è stato annunciato nell’ambito dell’Environment Initiative Banking.

Per misurare i progressi verso questi obiettivi, Canopy ha sviluppato una metodologia rigorosa per identificare e classificare governi, le imprese e le istituzioni finanziarie in base alle loro politiche pubbliche e ai potenziali impatti sulle foreste legati alle materie prime a rischio. In particolare, la Foreste 500 valuta 50 amministrazioni pubbliche (25 paesi con foreste, 15 paesi importatori, 10 amministrazioni locali forestali); 250 aziende attive in diverse fasi della catena di approvvigionamento; 150 investitori e finanziatori; e altri 50 potenti mediatori commerciali.

Canopy si è impegnata a rinnovare di anno in anno la classifica, fino al 2020.

 

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