Un rapido declino, quello che sta interessando gli alberi più grandi del mondo. Siccità, malattie, incendi, specie invasive, inquinamento, deforestazione e difficoltà di adattamento ai cambiamenti climatici. Queste le principali cause del fenomeno individuate da William Laurance, docente alla James Cook University di Cairns, in Australia, in uno studio pubblicato sul New Scientist. La costruzione di nuove strade ed infrastrutture energetiche spesso isola i giganti in parchi e piccole oasi protette, una solitudine ed un confino che li espone maggiormente all’attacco di tempeste, escursioni termiche estreme e parassiti.

Spiega Lawrence: La frammentazione delle foreste sta colpendo in misura maggiore i grandi alberi. Gli alberi che vivono ai margini dei boschi muoiono più in fretta e tra questi il declino maggiore si osserva proprio tra gli alberi più alti.
L’alta statura li porta infatti a subire maggiormente le raffiche di vento violente e vanno soggetti a sradicamento molto più degli alberi che vivono all’interno delle foreste, protetti dalla vegetazione più fitta.
All’interno di una foresta i grandi alberi sono pochi, il 2% del totale. Eppure contengono il 25% della biomassa totale, dunque il loro ruolo è cruciale per l’ecosistema boschivo, per lo stoccaggio di CO2 e per l’assetto idrogeologico del suolo. Creano inoltre un sottobosco di vitale importanza per numerose specie. I loro frutti, la loro energia ed il loro fogliame serve da sostentamento alla biodiversità di interi ecosistemi.
In numerose aree della terra, le specie invasive stanno impedendo alle nuove piantine di attecchire. Nel Sud dell’India, ad esempio, un arbusto aggressivo sta invadendo il sottobosco, sottraendo spazio alle nuove piantine. È solo questione di tempo, avverte Laurance, prima che la maggior parte dei grandi alberi (le sequoie in Nord America, ad esempio) scompaia del tutto.

 

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