Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale passerà da 7 miliardi a oltre 9 miliardi entro il 2050. Fino ad oggi la produzione alimentare è stata assicurata, soprattutto ai tropici, espandendo le aree coltivate, a spese di habitat naturali, come le foreste. Ma un ulteriore aumento della deforestazione rischia oggi di ottenere l'effetto opposto: generare fame e minacce alla salute. Gli scienziati riunitisi a Roma per la Conferenza internazionale sulle foreste per la sicurezza alimentare e la nutrizione organizzato dalla FAO, avvertono che una ulteriore deforestazione non farà che peggiorare il problema, impattando pesantemente sulle popolazioni la cui sopravvivenza è basata sulle foreste. E non si tratta di poche decine di migliaia, ma di ben un miliardo di persone.
"Un aumento dilagante della produzione agricola con l'aumentare della popolazione mondiale potrebbe portare alla distruzione delle fonti alimentari nutrizionali che si trovano in foreste - ha avvertito Terry Sunderland, scienziato del Centro Internazionale per la ricerca forestale (CIFOR) - Non si tratta di accrescere la maggiore produzione, ma di assicurare maggiore equità nella distribuzione, nel potere di 'acquisto di cibo e nella riduzione degli sprechi ". Sunderland ha citato uno studio pubblicato dal professor Randy Stringer, dell'Università di Adelaide, secondo cui dal 2000 viene prodotti cibo a sufficienza per tutti.
Secondo l'ONU, la popolazione mondiale passerà da 7 miliardi a oltre 9 miliardi entro il 2050, portando a una ulteriore pressione sulle foreste nelle regioni tropicali. Secondo l'agenzia alimentare dell'ONU, 870 milioni di persone soffrono la fame, e oltre due miliardi di persone è in condizioni di malnutrizione (la cosiddetta "fame nascosta). Allo stesso tempo, circa 1,4 miliardi di persone soffre di obesità o di altre malattie dovute alla sovra-alimentazione.
Il cibo delle foreste, come gli uccelli selvatici, roditori, ma anche foglie, steli, frutti, funghi e noci, sono una fonte di micronutrienti per molte comunità rurali. Studi recenti sulle popolazioni dell'Africa sub-sahariana, indicano che le comunità che abitano in aree con con significativa copertura arborea, tendono a mangiare più frutta e verdura. Molti usano la foresta anche come tampone nei momenti di bassa produttività della produzione agricola. Questi alimenti forestali sono ricchi di ferro e il loro utilizzo contribuisce a combattere la carena di ferro, che attualmente colpisce giù due miliardi di persone, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il ferro è essenziale alla crescita e allo sviluppo cognitivo, influenzando fortemente il rendimento scolastico e la produttività sul lavoro.
Molta della frutta e verdura raccolte in aree selvatiche è ricca di vitamina A e di calcio. La carenza di vitamina A, secondo l'OMS provoca la cecità di circa 250.000 - 500.000 bambini anno, la metà dei quali muore entro 12 mesi dalla perdita vista. "L'utilizzo di sistemi naturali è in gradi di assicurare una dieta equilibrata anche anche a persone estremamente povere" ha aggiunto Sunderland.
Si calcola che un aumento del 100-110 per cento della domanda globale di porterà alla conversione agricola di circa un miliardo di ettari entro 2050. La maggior parte di questa espansione agricola avverrà ai danni delle foreste. Si tratta di uno sviluppo molto pericoloso, che non tiene conto delle conseguenze della deforestazione, né dell'iniquità e delle inefficienze del sistema di produzione e distribuzione dell'industria alimentare.