Il degrado delle foreste dell’emisfero settentrionale è alimentato dal sovrasfruttamento per l produzione di energia, dall’eccessivo uso a pascolo, dalla pressione demografica e dal cambiamento climatico, tutti fattori che rischiano di innescare impatti economici, sociali e ambientali. Lo sostiene il nuovo rapporto Stato delle foreste mediterranee 2018, pubblicato dall’Organizzazione dell'ONU per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e dall'agenzia ambientale UNEP.
"Le foreste mediterranee sono state adattate alle pressioni causate dallo sviluppo umano", spiega il rapporto, ma mai queste pressioni sono giunte tanto vicine al punto di rottura. Ad esempio, mentre cercano di resistere alla siccità, esauriscono le loro riserve di carbonio e producono meno carboidrati e resine, che sono essenziali per la loro salute. Questo è stato portato a un declino di querce, abeti, abeti, faggi e pini in Spagna, Francia, Italia e Grecia e alberi di cedro dell'Atlante in Algeria.
Le foreste mediterranee si estendono sy oltre 25 milioni di ettari di foreste e circa 50 milioni di ettari di aree boschive, che includono terreni urbani, rurali e agricoli.
La dieta mediterranea e i prodotti agricoli sono rinomati in tutto il mondo, ma la loro sopravvivenza dipende dai paesaggi rurali, dalle risorse e da condizioni di lavoro dignitose. Inoltre, le coste mediterranee ospitano il 30% dei turisti internazionali, che continuano a spingere la crescita della popolazione e l'attività economica, mettendo a dura prova le condizioni ambientali.
"In un contesto di rapidi cambiamenti climatici, sociali e dello stile di vita nel Mediterraneo, le risorse forestali sono fondamentali per la sostenibilità della regione, con un impatto previsto ben al di là delle aree forestali stesse", ha affermato Lemaitre-Curri dell'UNEP.
Il rapporto copre 27 paesi: Albania, Algeria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, ex Repubblica di Macedonia Jugoslava, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco , Palestina, Portogallo, Serbia, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia.