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Fino a 170 milioni di ettari di foresta rischiano di essere perduti tra il 2010 e il 2030 lungo la linea del “fronte della deforestazione", se non verranno adottate misure per invertire il trend. E’ quanto emerge dalla ricerca del WWF. "Immaginate un bosco che si estende in tutta la Germania, la Francia, la Spagna e il Portogallo spazzato via nel giro di 20 anni", dice Rod Taylor, del WWF. “Dobbiamo scongiurare questo rischio e salvare le comunità e le culture che dipendono dalle foreste, e assicurare che le foreste continuino ad immagazzinare carbonio, filtrare la nostra acqua, il legno di fornitura e di fornire l'habitat per milioni di specie.”
Tra i principali fattori di deforestazione, l’espansione delle grandi piantagioni, degli allevamenti, la produzione di olio di palma, e l’espansione della piccola agricoltura. Mentre il prelievo di legname contribuisce al degrado delle foreste, l’industria mineraria, i progetti idroelettrici e la costruzione di infrastrutture aprono la strada all’insediamento in foreste fino ad ora incontaminate, condannabile per sempre alla distruzione.
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"Il processo di deforestazione va ben oltre gli impatti di un singolo attore, o di un solo settore industriale, e travalica i confini nazionali, per questo richiedono soluzioni che guardano l'intero paesaggio ", aggiunge Taylor. "Questo significa una collaborazione territoriale e un processo decisionale che tenga armonizzi delle esigenze dell'economia, delle comunità locali e la natura."