La finlandese UPM ha annunciato l'acquisto dalla cartiera connazionale Botnia degli impianti di Fray Bentos, sul fiume Uruguay. In base all'accordo, la Botnia cederebbe alla UPM anche le proprie piantagioni di eucalipto in Uruguay, il cui legno alimenta la cartiera, e resterà distributore esclusivo della cellulosa della UPM.
Assieme al vicino impianto della spagnola ENCE, la cartiera è stata al centro di un lungo conflitto ambientale di frontiera. I due impianti hanno una capacità produttiva fino a due milioni di tonnellate annue di cellulosa, e scaricano corrispondenti rifiuti nel fiume. I due impianti infatti scaricano nel fiume grandi quantità di biossido di cloro, e composti dell'azoto e dello zolfo, inquinando le risoprse idriche della zona, danneggiando la pesca e provocando seri disturbi all'intero ecosistema fluviale.

Dall'altra parte del fiume, nella città argentina di Gualeguaychù, la popolazione si oppone alle attività inquinanti delle due cartiere, organizzando periodicamente blocchi stradali e fluviali. Nell'aprile 2007 oltre di 100 mila persone hanno organizzato un simbolico abbraccio al fiume, convocato dall'Assemblea Ambientalista di Gualeguaychù in opposizione alle fabbriche di cellulosa.
La costruzione delle due cartiere rappresenta l'investimento diretto più cospicuo della storia dell'Uruguay: 1.800 milioni di dollari.
Il governo argentino ha fatto sapere che denuncerà l'Uruguay al Tribunale Internazionale dell'Aja volte, ricordando di non essere mai stato interpellato dalle autorità uruguayane, in violazione al Trattato bilaterale del Rio Uruguay del 1975, il quale obbliga i due paesi firmatari a comunicare e discutere ufficialmente qualsiasi tipo di intervento sul fiume.

 

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