Quinto Inuma Alvarado, leader tradizionale degli indigeni Kichwa, è stato ucciso con un colpo di pistola in un'area della foresta pluviale peruviana che ha visto forti tensioni tra gli indigeni e i taglialegna illegali.
Quinto Inuma Alvarado è stato aggredito mercoledì mentre tornava dai un seminario tenuto da donne indigene attive nella difesa della foresta nella regione di San Martín, in Amazzonia. La polizia peruviana ha confermato l'omicidio.
"Stava viaggiando in barca", quando gli assalitori hanno bloccato il fiume con un tronco d'albero, ha riferito il figlio, Kevin Inuma. "Ci sono stati molti spari”. La barca trasportava sei persone, ha detto Kevin Inuma, tra cui sua madre, il fratello, la sorella e gli zii. Quinto Inuma è stato colpito tre volte alla schiena e una alla testa, e anche la zia di Kevin Inuma è stata ferita. Kevin Inuma non era in viaggio col padre. Ha detto che suo fratello e sua madre gli hanno riferito dell'attacco.
Quinto Inuma aveva ricevuto numerose minacce di morte per il disboscamento illegale. I taglialegna "gli hanno detto che lo avrebbero ucciso perché aveva sporto denuncia", ha riferito il figlio. "Hanno tentato di ucciderlo diverse volte, con percosse e con colpi di arma da fuoco".
In una dichiarazione congiunta dei ministeri peruviani dell'Interno, dell'Ambiente, della Giustizia e dei Diritti umani e della Cultura, Quinto Inuma è stato vittima di un attacco "vile". La dichiarazione prometteva "un'indagine meticolosa da parte della Polizia nazionale" e affermava che era in corso una ricerca di sospetti.
Il servizio di informazione sui diritti degli indigeni peruviani Servindi ha scritto nel 2021 che la comunità della vittima è stata lasciata sola a combattere i taglialegna illegali, subendo frequenti attacchi "che potrebbero togliere loro la vita da un giorno all'altro”.
Il seminario a cui Quinto Inuma stava partecipando aveva lo scopo di aiutare le donne leader dei Kichwa a scambiare conoscenze su come proteggere meglio la loro terra.
L'anno scorso, un'inchiesta dell'Associated Press ha rivelato che le tribù Kichwa hanno perso un'enorme parte di quello che era quasi certamente il loro territorio ancestrale, per far posto al Parco Nazionale Cordillera Azul del Perù, posto nel punto di incontro tra l'Amazzonia e le pendici delle Ande. Gli alberi della loro foresta sono stati poi monetizzati vendendo crediti di carbonio alle multinazionali per compensare le emissioni di carbonio. I Kichwa affermano di non aver dato il loro consenso e di non aver ricevuto alcuna royalty, anche se molti di loro hanno perduto la loro fonte di cibo, dopo essere stati esclusi dalle zone tradizionali di caccia e foraggiamento. Quinto Inuma aveva partecipato nel 2022 a un incontro con l'autorità dei parchi nazionali peruviani per discutere del conflitto.
L'organizzazione no-profit Forest Peoples Programme ha descritto Quinto Inuma come un "instancabile difensore dei diritti umani e del territorio della sua comunità". La mancanza di titoli sulla loro terra ancestrale ha lasciato le comunità Kichwa in una "posizione molto vulnerabile", ha affermato, "incapaci di difendersi dal disboscamento illegale" e "senza conseguenze legali per i responsabili". "La morte di Quinto Inuma evidenzia l'impunità che prevale nei casi di crimini ambientali e di violazione dei diritti delle popolazioni indigene”.