Clima, emissioni e foreste: accordo al ribasso, o meglio, niente accordo a Copenaghen: il clima e le foreste possono andare a ramengo. Il testo concordato da Stati Uniti, Cina, India, Brasile e Sudafrica, sembra un semplice pacco attorno al nulla: nessun obiettivo vincolante, niente target di emissioni per ciascun paese, nessun serio obiettivo per il 2020 o per il 2050. Unico numero fornito: le temperature globali non dovranno aumentare più di due gradi. Ma senza misure concrete, è come se si volesse intimare al clima di regolarsi da solo. "Fermati o sole", disse Giosuè. Numerosi paesi di Africa, Oceania e America Latina si sono rifiutati di fermare l'accordo, definendolo una vergogna. La formula adottata - "prendere nota" - evidenzia la mancanza di accordo.


Il piano per la protezione delle foreste (Reducing Emissions from Deforestation and Degradation - REDD), è affondato assieme all'accordo sul clima, e ora si dovrà aspettare un altro anno.
Nel corso delle negoziazioni, Stati Uniti e Colombia avevano eroso il testo dell'accordo, tentando di escludere i diritti indigeni dalla gestione delle foreste. Ora l'intero pacchetto è stato congelato, in attesa che sia definito il trattato sul clima.

Ogni anno vengono abbattuti 13 milioni di ettari di foreste, producendo circa un quinto delle emissioni globali di gas serra. "Il fallimento del processo volto a creare un sistema che finanzi e regoli la protezione delle foreste del pianeta si tradurrà nella prosecuzione del taglio e della conversione delle foreste in piantagioni - ha commentato Stephen Leonard, dell'Australian Orangutan Project - i popoli delle foreste non avranno protezione, e altre specie minacciate si estingueranno".

 

Joomla templates by a4joomla