Due recenti studi internazionali promettono di cambiare il modo con cui gli scienziati vedono il rapporto tra il ciclo del carbonio e il clima. Gli studi esplorano la relazione fra fotosintesi globale e dei il tasso di respirazione: il "respiro profondo" del pianeta, l'assorbimento e l'espulsione di anidride carbonica.
Nello studio pubblicato dalla rivista Science, il team del Max Planck Institute Institute for Biogeochemistry, guidato da Christian Beer, stima la quantità del carbonio prodotto globalmente dalla fotosintesi intraprese delle piante terrestri, stimando la quantità di anidride carbonica che le piante inalano dall'aria, a circa 123 miliardi di tonnellate ogni anno. Un altro team di scienziati del Max Planck guidato da Miguel Mahecha, ha studiato l'esalazione di anidride carbonica nell'aria generata dagli ecosistemi di tutto il mondo, scoprendo che l'importo la quantità globale è stabile e non varia con l'innalzamento delle temperature. Secondo i ricercatori, i nuovi risultati saranno utilizzati per aggiornare e adattare i modelli volti al calcolo delle relazioni tra clima e carbonio.
I ricercatori sottolineano che l'assorbimento di carbonio è più intenso nelle foreste tropicali del pianeta, che sono responsabili da sole del 34 per cento dell'assorbimento di carbonio dall'atmosfera. Seguono le savane, con un 26 per cento, anche se questi ecosistemi occupano circa il doppio della superficie rispetto alle foreste tropicali.
Nel complesso, secondo lo studio del team di Beer, foreste tropicali e savane assorbono assieme la maggior parte dell'anidride carbonica, uno dei principali gas ad effetto serra. Più che la temperatura, sono le precipitazioni, a influenzare maggiormente l'assorbimento del carbonio atmosferico da parte delle piante terrestri. La seconda scoperta presenta la speranza che l'innalzamento delle temperature non avvii un circuito vizioso, portando gli ecosistemi ad emettere maggiori quantità di anidride carbonica, causando un ulteriore riscaldamento del clima.