L'accordo miliardario per il clima firmato da Indonesia e Norvegia rischia di saltare, sabotato dalle cartiere e dall'industria dell'olio di palma. Nell'ambito del programma REDD, la Norvegia ha deciso di contribuire con a un miliardo di dollari per aiutare a preservare le foreste in Indonesia, finanziando una moratoria di due anni sulla conversione delle foreste naturali e delle torbiere a partire dal 2011. Ma questo accordo rischia di incentivare proprio la distruzione delle foreste, invece delle loro protezione.
Greenpeace avverte che notori saccheggiatori della foresta pluviale, come i produttori di olio di palma e cellulosa, si apprestano a manipolare i fondi per sovvenzionare una ulteriore conversione delle foreste naturali in piantagioni. Le accuse sono pubblicate nel nuovo rapporto "REDD Alert: Protection Money", che esprime dubbi circa le mire dell'Indonesia sull'utilizzo dello schema Onu per ridurre le emissioni di carbonio derivanti dalla deforestazione e dal degrado (REDD). I piani di espansione industriale mostrano come questi settori si apprestano a utilizzare le definizioni ambigue di "foreste" e "terreni degradati" adottate dal governo indonesiano, per dirottare i fondi destinati a proteggere le foreste, e utilizzarli al contrario per finanziare la loro conversione in piantagioni.
L'Indonesia è il terzo maggiore emettitore mondiale di gas ad effetto serra, dovuto principalmente alla deforestazione rampante alimentato dalla corruzione con l'olio di palma e le industrie della carta.
I piani di espansione industriale del settore, sostenuti dall'industria col sostegno di parte del governo, puntano alla triplicazione della produzione di cellulosa entro il 2025, e al raddoppio di quella di olio di palma entro il 2020. Una espansione che, assieme alle ambigue definizioni di "terreni degradati" potrebbe dirottare i fondi REDD fondi che sono destinati alla protezione delle foreste e delle torbiere e impiegarli per sostenere la loro distruzione.
L'industria indonesiana punta a rendere produttivo circa il 40 per cento delle residue foreste naturali del paese, un'area delle dimensioni di Norvegia e Danimarca messe assieme.