I negoziati sul clima delle Nazioni Unite a Durban hanno concluso i lavori sabato notte, con 36 ore di ritardo. Secondo le associazioni ambientaliste, sono stati un fallimento: i governi hanno scelto di ascoltare la lobby degli inquinatori, invece di fare gli interessi dei loro popoli, e non hanno fatto nulla per rafforzare le misure per fermare l'effetto serra. Quel che è peggio, è stata esclusa l'introduzione di misure vincolanti per affrontare il cambiamento climatico. Anzi, di fatto, è ormai stato accettato da tutti che le temperature globali dovranno aumentare di quattro gradi centigradi. E le conseguenze? Peggio per chi dovrà subirle.
Nei fatti il vertice ha ottenuto poco più dell'accordo ad avviare colloqui l'anno prossimo per un nuovo patto, un magro progresso se confrontato all'aspettativa di un accordo globale in grado di affrontare i cambiamenti climatici.
La montagna ha partorito il topolino: un fondo verde per il clima, dotato appena di pochi spiccioli, mentre tutte le decisioni più importanti sono state rinviate. Resta l'indicazione di un nuovo accordo globale a partire dal 2020 che parte dal presupposto di accettare 4 gradi del riscaldamento globale del pianeta.
"I governi hanno a malapena raggiunto il consenso sulla continuazione della trattativa, ma il loro compito è quello di proteggere il loro popoli - ha detto Samantha Smith, del WWF - Non sono riusciti a farlo qui a Durban. La scienza ci dice che dobbiamo agire subito - perché gli effetti del cambiamento climatico, condizioni meteorologiche impazzite, siccità e ondate di calore, non potranno che peggiorare.
"La notizia triste è che la lobby capeggiata dagli Stati Uniti è riuscita a ottenere l'inserimento di una clausola che minaccia di impedire un prossimo accordo sul clima giuridicamente vincolante - ha aggiunto Kumi Naidoo, di Greenpeace - Se questo cavillo sarà sfruttato potrebbe rappresentare un disastro. E il fatto che l'accordo dovrà entrare in vigore 'a partire dal 2020' non lascia molto spazio per sostanziali tagli alle emissioni di carbonio in questo decennio, mentre gli scienziati avvertono che dobbiamo abbatterle quanto prima".
"La gente è stata ancora una volta delusa dai governi - commenta Jayne Clifton, di Friends of the Earth - guidati dagli Stati Uniti, i paesi sviluppati hanno rinnegato le proprie promesse, indebolito le regole in difesa del clima e rafforzate quelli che permettono loro imprese di trarre profitto dalla crisi climatica".