Circa 3.000 anni fa l’uomo andava già aiutava il cambiamento climatico a trasformare le foreste pluviali in savane. Lo sostiene uno studio pubblicato su Science da un gruppo dell'Istituto Francese di Ricerca per l'Esplorazione dei Mari (Ifremer), secondo cui l'arrivo in Africa Centrale dei primi agricoltori Bantu avrebbe contribuito in modo consistente alla scomparsa delle foreste pluviali.
Circa 3.000 anni fa, spiegano i ricercatori, alcune delle foreste pluviali dell'Africa Centrale sono state improvvisamente sostituite dalla savana e finora questa trasformazione era stata attribuita ai cambiamenti climatici. Secondo i ricercatori, invece, i cambiamenti climatici da soli non avrebbero potuto provocare tali drammatici cambiamenti.
Circa 3.000 anni fa in Africa Centrale sono arrivati gli agricoltori di lingua Bantu dalla regione che corrisponde all'attuale Camerun e Nigeria. Le tribù Bantu hanno portato l'agricoltura e le tecnologie di fusione del ferro e i ricercatori ritengono che questi primi contadini potrebbero aver avuto un impatto importante sulle foreste pluviali dell'Africa Centrale.
La prova sarebbe nell'analisi di un carotaggio dei sedimenti marini prelevata dalla foce del fiume Congo, che ha registrato le fluttuazioni a lungo termine dell'erosione del suolo dell'Africa Centrale. L'analisi, coordinata da Germain Bayon, ha svelato che 3.000 anni fa, contemporaneamente quindi all'arrivo della tribù Bantu, nel suolo della regione vi è stato un aumento di sedimenti di rocce e minerali. L'aumento dell'erosione del suolo, secondo lo studio, ipotizza che i Bantu abbiano abbattuto gli alberi (la cui scomparsa aumenta l'erosione del suolo) per estendere le terre coltivabili e le fonderie di ferro. Tali azioni, insieme con i cambiamenti climatici, sottolinea lo studio, hanno probabilmente causato il declino delle foreste pluviali in questa regione.
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