Con  la loro gestione delle foreste e di ambienti incontaminati,  i popoli indigeni sono i guardiani di circa un quinto degli stock mondiali di carbonio, in forma di foreste tropicali. E’ quanto emerge da un rapporto presentato nel corso di un evento collaterale al vertice COP 21 a Parigi. Ben 168 miliardi di tonnellate di carbonio sono protetti nei territori indigeni - tre volte le emissioni annuali del pianeta. Un patrimonio che rischia di essere vanificato - e disperso nell’atmosfera -  se le strutture sociali dei popoli che se ne occupano non saranno protette e rafforzate.

“Il rispetto e il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, il possesso dei loro territori e le conoscenze tradizionali hanno contribuito a una gestione sostenibile di grandi ecosistemi e paesaggi", ha detto Grazia Balawag, del partenariato dei popoli indigeni sui cambiamenti climatici, le foreste e lo sviluppo sostenibile. Lo studio è stato presentato da un'alleanza di associazioni dei popoli indigeni provenienti da Africa, Asia e America Latina. 
La copertura forestale è essenziale per assorbire e trattenere l’anidride carbonica (CO2), il potente gas serra che minaccia il clima globale. Proteggere e ampliare le foreste aiuta a eliminare la CO2 dall’atmosfera, e ad arginare il riscaldamento globale. "Il mondo non ha mai visto una prova così evidente del ruolo delle popolazioni autoctone nella conservazione delle foreste,  che rappresentano la sola soluzione al cambiamento climatico esistente", ha aggiunto Abdon Nababan, che dirige l’ Alleanza  delle popolazioni indigene dell’Arcipelago indonesiano. Eppure i popoli indigeni faticano a vedere riconosciuto il loro ruolo nella protezione del clima, e sono esclusi dalla partecipazione ai negoziati.

 

Joomla templates by a4joomla