Secondo le associazioni e i popoli indigeni gran parte del legname prodotto in Malesia è da considerarsi illegale, o quanto meno di dubbia legalità. Negli ultimi decenni i popoli indigeni hanno fatto ricorso alla giustizia per rivendicare i diritti alle loro terre ancestrali negati dal governo, e nella maggior parte dei casi, i giudici hanno dato loro ragione. I tribunali hanno riconosciuto i diritti consuetudinari dei popoli indigeni alla terra, come protetti dalla Costituzione federale. Malgrado ciò, i governi federali e statali della Malesia si sono rifiutati di tenere conto della Costituzione e dei verdetti dei tribunali. Di conseguenza, secondo quanto riporta il FERN, gran parte delle licenze di taglio aggiudicate, sono di dubbia legalità, in quanto violano i principi fondamentali della Costituzione.
Come se non bastasse, l’alto livello di corruzione, la mancanza di trasparenza lungo l filiera e uno dei più alti tassi mondiali si deforestazione non fanno che rendere più incerta e dubbia l’origine legale del legname malese. Una realtà che getta ombre pesanti sulla legge europea che regola le importazioni di legname.