Quasi un anno e mezzo è passato da quando la normativa europea sul legno illegale è entrata in vigore, ma l’Italia fa orecchio da mercante e mantiene i sui porti spalancati alle importazioni di legname fraudolento. Infatti il nostro paese ancora non ha adottato le misure di implementazione della normativa europea: mancano le sanzioni e quindi, senza sanzioni, chiunque può continuare a importare senza timori legname di origine illegale o sospetta.
In seguito a una lettera delle associazioni ambientaliste, il Ministro Maurizio Martina aveva promesso il massimo impegno. Ma il decreto legislativo che l'Italia deve emanare per implementare la normativa europea contro le importazioni di legno illegale rimane bloccato.
L'Autorità Competente italiana, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è tenuta dal Regolamento EUTR a prendere misure necessarie a contrastare le importazioni di legno illegale, a effettuare ispezioni e, in presenza di casi sospetti, a mettere in quarantena per prodotti di origine controversa. Ma il Ministero dorme, mentre le navi continuano a scaricare legname
E così il governo, proprio durante la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, ci fa fare una figura barbina, e legni duri strappati a preziose foreste del Congo, del Sud-est asiatico e dell’Amazzonica entrano allegramente e senza controlli.
Sono i legnami dai nomi esotici, come Iroko, Wengé, Sapelli, Padouk, Ipé, Merbau, Teak o Azobè.
vengono da alberi centenari, spesso veri e propri pilastri del cielo, e sempre pilastri della vita e degli ecosistemi forestali. Il loro prelievo è legato a una catena di distruzione, perdita di habitat, minacce di estinzioni di specie animali, e talvolta violazioni dei diritti dei popoli di foresta e perfino aperta illegalità.