Il gruppo terroristico di Al-Shabaab si finanzia anche producendo e vendendo carbonella fabbricata abbattendo i pochi alberi del paese: è così che l’oro nero finanzia il terrorismo. Dato che le aree controllate dal gruppo non sono accessibili ai ricercatori, Michele Bolognesi, dell'Università olandese Twente Bassi, ha utilizzato immagini satellitari. I risultati della sua squadra sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Energy for Sustainable Development.
"Nonostante l’alto tasso di esportazione di carbone della Somalia, e il conseguente impatto di deforestazione, degrado del territorio, e la riduzione dei servizi ecosistemici forniti dagli alberi, le informazioni disponibili su questo fenomeno sono ben poche," scrive l’autore. “La Somalia è tra i nove paesi africani che dovrà affrontare una drammatica scarsità d'acqua da qui al 2025, e il degrado del suolo peggiorerà gli effetti di carenza idrica, aumentando la vulnerabilità della popolazione alla siccità."
I ricercatori sono partiti da un dato: tra il 2011 e il 2013, la regione sotto il controllo di Al-Shabaab, un’area di 5.000 chilometri quadrati, ha prodotto circa 24.000 tonnellate di carbone, che sono state esportate nella penisola arabica fruttando fino a 10 milioni di euro (11,2 milioni dollari).
Per produrre più di tanto carbone sono necessari 372.000 metri cubi di biomassa - o, in altre parole, 438.000 alberi.