20 marzo 2006 - L'UNEP, e in particolare la Convention on biological diversity pubblica oggi il GLOBAL BIODIVERSITY OUTLOOK 2. La prima edizione era uscita nel 2001. Gli esseri umani sono responsabili della peggiore ondata di estinzioni dall'epoca della fine dei dinosauri: negli ultimi 500 anni, sono 844 le specie - tra animali e vegetali - che sono sparite dalla faccia della terra. Per questo, si dovranno fare degli sforzi senza precedenti per cercare di ridurre questa tendenza, entro il 2010.
A sostenerlo è un rapporto delle Nazioni Unite diffuso oggi - giorno d'avvio del summit sulla biocompatibilità che si si tiene fino al 31 marzo a Curitiba, in Brasile. "In pratica - si legge nella 92 pagine che compongono il rapporto Global Biodiversity Outlook 2 - siamo responsabili per la sesta maggiore ondata di estinzioni, la maggiore dalla scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa". E alcuni habitat, dalle barriere coralline alle foreste pluviali tropicali, sono sempre più in pericolo.
La ricerca afferma che i fattori che provocano i maggiori danni all'ambiente nel quale vivono animali e piante sono ricollegabili all'aumento della popolazione umana: inquinamento, espansione delle città, deforestazione, riscaldamento della Terra e introduzione di "specie aliene" (come ad esempio le circa 300 specie invasive - molluschi, crostacei e pesci - provenienti dal Mar Rosso introdotte nel Mar Mediterraneo dopo l'apertura del Canale di Suez).
Si calcola che attualmente il tasso di estinzione sia mille volte più veloce di quello storico e ciò sta mettendo a rischio l'obiettivo fissato nel 2002, in un summit dell'Onu a Johannesburg, "di raggiungere, entro il 2010, un significativo calo dell'attuale tasso di distruzione della biodiversità". "Ci sarà bisogno di ulteriori sforzi senza precedenti - dice il Rapporto pubblicato oggi - per conseguire l'obiettivo sulla biodiversità previsto per 2010 ad un livello nazionale, regionale e globale."
Nel frattempo, ogni anno vengono distrutti circa 7,3 milioni di ettari di foresta - un'area grande come l'Irlanda. La cifra resta preoccupante anche se è di poco inferiore degli 8,9 milioni del decennio 1990-2000. Inoltre ogni anno i costi derivanti solo dalla distruzione ambientale causata da insetti nocivi introdotti in Australia, Usa, Sud Africa e Gran Bretagna superano i 100 miliardi di dollari.
Nonostante tutto questo, gli aiuti per rallentare la perdita di biodiversità sono diminuiti da 1 miliardo di dollari a 750 milioni dal 1998 e la percentuale delle zone protette è e resta esigua (12% delle terre e 0,6% degli oceani).
La "lista rossa" compilata dalla World Conservation Union conta almeno 844 specie di animali e piante che si sono estinte negli ultimi 500 anni, dal dodo, l'uccello delle isole Mauritius, al rospo dorato della Costa Rica.