554 scienziati hanno sottoscritto una lettera inviata alle istituzioni europee per esortarle ad assicurare "la protezione e il restauro delle foreste naturali a vantaggio del clima e della biodiversità". Tra "la conservazione della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico da una parte, e il profitto economico a breve portato dal dal disboscamento", sostengono, "deve prevalere il primo. Per questo esortiamo la Commissione Europea ad adottare misure immediate per ridurre drasticamente il disboscamento in tutta l'Unione Europea".

Qualche mese fa, alcune persone vicine a istituti di ricerca avevano inviato una lettera a sostegno dell'industria forestale, sostenendo che "un aumento della quota di foreste dell'UE sottoposte a protezione non è adatto a sostenere la politica europea di protezione del clima" e "non comporta ulteriori benefici per la biodiversità". Gli scienziati respingono con forza tali affermazioni: "Queste affermazioni rivelano che gli autori della lettera non conoscono, o addirittura negano di proposito, fatti fondamentali e ben noti sul ruolo e l'importanza del ripristino e della protezione degli ecosistemi forestali per il clima e la biodiversità", affermano gli scienziati.

"Il taglio delle foreste riduce la quantità di carbonio immagazzinato e quindi aumenta la quantità di anidride carbonica nell'atmosfera. Qualsiasi affermazione contraria è semplicemente sbagliata e rappresenta un'espressione di ignoranza o un deliberato seminare di dubbi allo scopo di proteggere gli interessi industriali. È una pratica comune per alcune industrie reclutare ricercatori in questa fatta" aggiungono gli scienziati.

"Sebbene l'assorbimento di carbonio sia più rapido nelle foreste gestite o nelle piantagioni di legname rispetto alle foreste naturali, in realtà queste ultime continuano ad accumulare carbonio. Al contrario, le foreste gestite hanno uno stock di carbonio molto più basso, perché circa la metà del carbonio che potrebbe essere immagazzinato in una foresta matura si trova invece nell'atmosfera. Tutto l'assorbimento di carbonio nelle foreste gestite quindi non è che un recupero del debito storico di carbonio".

"I fatti relativi alla biodiversità sono altrettanto semplici: La mancanza di alberi antichi, alberi morti e legno in decomposizione nelle foreste gestite per la produzione di legname, le rende inadatte a gran parte della flora, della fauna e dei funghi che invece prosperano nelle foreste naturali. La mancanza di biodiversità è anche ciò che rende gli alberi suscettibili alle epidemie di insetti - i cui predatori naturali non sono presenti naturalmente nelle piantagioni monocolturali di legname che hanno sostituito le foreste naturali in vaste aree dell'Europa. La protezione e il ripristino delle foreste naturali è benefica sia per il clima che per la biodiversità".

 

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