Sono un vero e proprio esercito di occupazione. 214 specie aliene (o alloctone, o esotiche, o introdotte, o non-native) si sono stanziate nel nostro paese. 1.568 in Europa. E' la globalizzazione delle piante e degli animali, iniziata con i viaggi geografici dell'età moderna, potenziata dall'agricoltura industriale e da dubbi esperimenti.


Le specie esotiche invasive sono piante o animali portati da altri continenti o da altri habitat. (Invasive alien species: IAS) sono piante, animali, agenti patogeni e altri organismi che non sono nativi di un ecosistema e che possono causare danni economici o ambientali, così come alla salute dell’uomo. In particolare, incidendo negativamente sulla biodiversità, attraverso la competizione, la predazione, la trasmissione di agenti patogeni e l’eliminazione di specie native, perturbano gli ecosistemi locali.
Le specie aliene hanno causato quasi il 40 per cento delle estinzioni di specie animali note, soprattutto in ambienti isolati, come l'Australia e numerose isole del Pacifico, dove interi ecosistemi sono stati spazzati via da predatori o competitori sconosciuti.

Mentre le specie esotiche naturalizzate comportano ormai un basso rischio, una manciata di piante invasive si espande in ambienti estranei, portatavi dall'uomo. Si tratta di un pugno di famiglie: Asteraceae, Poaceae, Acacia, Mimosa, Cyperus, Robinia, Ailanthus. Tra le più invasive in Italia, la Robinia pseudoacacia e l'Ailanthus altissima, chiamata anche Albero del Paradiso.

La robinia viene dall'Amarica del Nord. In Italia i boschi misti con robinia sono stimati attorno ai 450.000 ettari e i robinieti puri coprono altri 170.000 ettari. In realtà la robinia è prevalentemente un sintomo di una cattiva gestione del territorio. Come molte specie pioniere, si espande rapidamente nei suoli degradati, e sopravvive con energia a manomissioni create dall'uomo, ma appena si ristabiliscono condizioni naturali, le specie native la soppiantano nel giro di pochi anni.

L'albero del paradiso invece è originario dalla Cina. Importato nell'ambito di un fallimentare progetto di produzione della seta, ha creato colonie in tutta la fascia pianeggiante, sfruttando la rapidità della crescita, e la moltiplicazione per rizoma, ossia dalla radice.


 

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