Buenos Aires, 22 aprile 2008 - Non serve a molto usare biodiesel certificato se questo accresce comunque la distruzione delle foreste e la fame nel mondo. Questa la risposta di Friends of the Earth alle rassicurazioni europee. Da un anno le associazioni ambientaliste criticano i piani europei di incrementare l'utilizzo di biocarburanti, piani che minacciano di portare al disboscamento delle ultime foreste tropicali asiatiche per fare posto alle piantagioni di palma da olio, e che rischiano di aggravare la fame nel mondo, dato che i biocarburanti di origine agricola (come quelli prodotti dalla soia, dallo zucchero di canna e dall'olio di palma) competono con essenziali risorse alimentari.

Di fronte alle critiche l'Unione Europea ha risposto assicurando che si sarebbe rifornita di prodotti certificati, ma lo studio pubblicato da Friends of the Earth mostra come questa precauzione non sia efficace. Una analisi della struttura dei prezzi internazionali del settore, che rischiano di impennare in seguito all'improvvisa crescita della domanda, portando alla fame milioni di persone nei paesi più poveri. In seguito questa impennata è destinata a provocare una estensione su larga scala della monocoltura, altro fattore di disgregazione sociale della struttura alimentare locale, specie nei Paesi in Via di Sviluppo. La rapida espansione della monocoltura espelle i contadini dalle loro terre (a volte anche con la violenza), oltre a toccare aree incolte portando alla distruzione di foreste e ambienti naturali preziosi.

 


Paradossalmente la certificazione del biofuel sosterrebbe questa ondata di espansione, portando ad crescita della domanda sui mercati internazionali e quindi a una parallela crescita delle piantagioni non certificate, e vanificando ogni pretesa di sostenibilità .

 

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